Paolo Soro

Tax ruling di parte a Gibilterra

La Commissione dell’Unione europea accusa Gibilterra di concedere sgravi fiscali solo alle grosse multinazionali, invitando alla compliance attraverso un mirato sistema di tax ruling.

Il sistema normativo di Gibilterra sui tax ruling è stato messo sotto la lente d'ingrandimento della Commissione Ue. L'accusa è quella di ricadere nello schema aiuto di regime per le multinazionali.

La Commissione è giunta a questa conclusione dopo aver analizzato 165 decisioni fiscali, legate ad altrettante multinazionali, prese tra il 2011 e il 2013.

È stato scelto proprio quest'arco temporale perché le decisioni fiscali prese in esame sono avvenute dopo che Gibilterra ha deciso di ridurre la sua corporate tax (tassa sull'impresa) al 10%.

Secondo le indagini svolte della Commissione solo alcune corporate hanno potuto godere degli aiuti fiscali messi a disposizione da Gibilterra.

La selezione degli aventi diritto al privilegio fiscale avveniva, infatti, su invito.

Cioè, le multinazionali prescelte erano messe a conoscenza dell'opportunità di avere questi «aiuti» fiscali tramite l'invio di una lettera nella quale erano specificati ben pochi dettagli.

Solo, però, tramite questa si poteva poi accedere ai benefici messi a disposizione.

L'autorità fiscale di Gibilterra, ha rilevato la Commissione, ha stilato «preventivi fiscali» alle società prescelte, dove si faceva figurare che il reddito imponibile era al di sotto della soglia minima per la quale doveva essere applicata la tassa sull'impresa.

Nel dettaglio infatti: le attività degli intermediari, le spese di consulenza sono stati sistematicamente esentati dalla tassazione.

Così come gli interessi sul reddito che derivavano da infragruppo (nonostante che questi dovessero essere sottoposti a tassazione).

La Commissione contesta, oltre al metodo, anche il concetto di «soglia minima», perché sostiene che non si fa menzione da nessuna parte di ciò nella legge.

La Gran Bretagna ha, però, difeso Gibilterra sostenendo che non esiste nessun tipo di evidenza che quanto sostenuto dalla Commissione sia effettivamente riconducibile ad attività svolte in loco.

Anche perché, argomenta il Regno Unito, se così fosse sicuramente le autorità fiscali di Gibilterra ne sarebbero venute a conoscenza e vi avrebbero posto rimedio.

Secondo la Commissione, invece, le autorità fiscali locali (nonché anche quelle inglesi) non hanno «adottato misure sufficienti di controllo e monitoraggio del sistema fiscale locale».

E quindi, si invitano questi soggetti ad effettuare adesso le verifiche necessarie.

In aggiunta a ciò la Commissione chiede di fornire delle prove, in merito al fatto che gli aiuti fiscali forniti alle multinazionali potevano essere riconducibili ad una determinata situazione presente nel mercato interno, al momento in cui sono state prese determinate decisioni.

Fonte: Italia Oggi

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