Paolo Soro

The European Fund for Strategic Investments (EFSI Project)

Il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici è stato varato fin dal 2015 dalla Commissione UE, ma risulta ancora poco conosciuto alla massa di imprenditori e professionisti. Vediamo di capire meglio di cosa si tratta e quali sono le concrete potenzialità di realizzo di questo strumento, che ricorda in molti punti i progetti messi in campo dal governo di Dubai con l’FDI (Fund Dubai Investments).

Il piano si incentra sulla rimozione degli ostacoli agli investimenti, sulla necessità di dare visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento e su un uso più intelligente delle risorse finanziarie nuove ed esistenti. Per conseguire questi obiettivi sono previsti interventi in tre ambiti:

-          Mobilitare investimenti per almeno 315 miliardi di euro in tre anni

-          Sostenere gli investimenti nell'economia reale

-          Creare un ambiente favorevole agli investimenti.

Mobilitare i finanziamenti

L’EFSI (FEIS, in italiano), motore del piano di investimenti per l'Europa, intende ovviare alle attuali carenze del mercato colmandone le lacune e attirando investimenti privati. Sosterrà investimenti strategici in settori chiave, quali le infrastrutture, l'istruzione, la ricerca e l’innovazione, e il capitale di rischio per le piccole imprese.

La proposta di Regolamento del Fondo delinea il quadro giuridico e stabilisce le dotazioni di bilancio per i primi due filoni del piano di investimenti: mobilitare i finanziamenti e finanziare gli investimenti.

Sostenere gli investimenti nell'economia reale

L’obiettivo è quello di offrire nuove opportunità per:

-          Gli investitori istituzionali nell'UE e nel resto del mondo – accesso a progetti sostenibili in vari settori e Paesi, o mediante piattaforme di investimento tematiche o geografiche

-          I promotori di progetti – accesso semplificato al finanziamento del rischio per aiutare a finanziare progetti infrastrutturali e di innovazione di portata europea in settori chiave

-          Le piccole e medie imprese – accesso migliorato a finanziamenti per le imprese innovative con un massimo di 3.000 dipendenti.

Per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal FEIS, i potenziali beneficiari possono utilizzare:

-          Il portale dei progetti di investimento europei (PPIE), un mercato online per far incontrare investitori e promotori di progetti dell'UE e di tutto il mondo

-          Il polo europeo di consulenza sugli investimenti (EIAH), sito istituzionale europeo per il sostegno agli investimenti

Creare un ambiente favorevole agli investimenti

Per migliorare il contesto in cui operano le imprese e le condizioni di finanziamento, il piano di investimenti prevedrà anche progressi verso la realizzazione del mercato unico digitale, dell'Unione dell'energia e dell'Unione dei mercati dei capitali.

Per aiutare i paesi membri, la Commissione ha delineato le principali sfide per gli investimenti a livello nazionale.

“Da quando è in atto la crisi economica e finanziaria mondiale (riporta il sito della Commissione), l’UE risente di bassi livelli di investimento. È necessario un impegno collettivo e coordinato a livello europeo per invertire questa tendenza al ribasso e riportare l’Europa sul cammino della ripresa economica. In tutta l’UE sono disponibili livelli adeguati di risorse, che devono essere mobilitate a sostegno degli investimenti. Non esiste un’unica risposta semplice, la crescita non si realizza premendo un bottone e non esiste un’unica soluzione valida per tutti.”

In tale ottica, risultano essere obiettivi primari:

-          Invertire le tendenze al calo degli investimenti per stimolare la creazione di posti di lavoro e la ripresa economica senza aumentare il debito pubblico né mettere a dura prova i bilanci nazionali.

-          Sostenere gli investimenti che soddisfano le esigenze a lungo termine dell’economia e aumentano la competitività.

-          Sostenere gli investimenti che contribuiscono a rafforzare le capacità produttive e le infrastrutture dell’Europa, con un’attenzione particolare per la costruzione di un mercato unico più interconnesso.

Il Fondo è il fulcro del piano di investimenti, attraverso il quale si intende spezzare il circolo vizioso tra mancanza di fiducia e carenza di investimenti e, in un momento in cui le risorse pubbliche scarseggiano, sfruttare la liquidità di cui dispongono gli enti finanziari, le imprese e i singoli.

Istituito nell'ambito della Banca europea per gli investimenti (BEI), il Fondo mobiliterà investimenti aggiuntivi verso l'economia reale negli anzidetti settori delle infrastrutture, dell'istruzione, della ricerca, dell'innovazione, delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica. Si concentrerà inoltre sulle piccole e medie imprese (PMI) e le imprese a media capitalizzazione (aziende con 250-3.000 dipendenti) e si rivolgerà a progetti che, tra gli altri obiettivi, si prefiggano quello di promuovere la creazione di occupazione, la crescita a lungo termine e la competitività.

Per istituire l’EFSI sarà costituita una garanzia di 16 miliardi di euro. La garanzia dell'UE sarà sostenuta da un fondo di garanzia del bilancio dell'UE pari a 8 miliardi di euro (metà dell'importo). La BEI impegnerà 5 miliardi di euro, conferendo al Fondo una capacità di assorbimento del rischio pari a 21 miliardi di euro. L'esperienza della BEI e della Commissione europea indica che 1 euro di prestito subordinato catalizza 5 euro di investimento complessivo: 1 euro di prestito subordinato e 4 euro di debito senior. Ciò significa che 1 euro di protezione da parte del fondo genera 15 euro di investimenti privati nell'economia reale, cosa che non sarebbe avvenuta altrimenti.

E’ istituito un comitato direttivo composto da tre esperti della Commissione e da un esperto della BEI, che imprimerà l'indirizzo politico generale, nonché un comitato per gli investimenti che, nel quadro della politica generale, assumerà le singole decisioni d'investimento sull'eventualità di impiegare la garanzia dell'UE per le operazioni della BEI nell'ambito del Fondo. In base a quanto indicato nel Regolamento, tale ultimo comitato (costituito da otto membri e presieduto dal direttore dell’EFSI) ha il compito di proporre i nominativi dei candidati alla carica di direttore generale e di vicedirettore generale del Fondo, che dovranno essere approvati dal Parlamento europeo in esito alle singole audizioni dei vari candidati. Sarà poi il presidente della BEI a nominare ufficialmente il direttore generale e il vicedirettore generale. Per entrambi il mandato è triennale, rinnovabile una sola volta.

Qualsiasi progetto sostenuto dall’EFSI dovrà essere approvato secondo le procedure ordinarie della BEI.

Il Regolamento prevede, inoltre, norme dettagliate a garanzia dell'assolvimento dell'obbligo di rendiconto al Parlamento europeo. Nel dettaglio, il monitoraggio s'impernia su due principi fondamentali:

-          Presentazione di relazioni: la BEI riferirà (semestralmente alla Commissione e annualmente al Parlamento europeo e al Consiglio) sulle operazioni di finanziamento e investimento effettuate, nonché in generale sull’applicazione del Regolamento. La relazione sarà resa pubblica.

-          Obbligo di rendiconto: il Parlamento europeo avrà il diritto di organizzare in qualsiasi momento audizioni del presidente del comitato direttivo e del direttore generale del Fondo in merito alle prestazioni rese. Il presidente del comitato direttivo e il direttore generale avranno inoltre l'obbligo giuridico di rispondere rapidamente, oralmente o per iscritto, alle interrogazioni rivolte loro dal Parlamento europeo.

Da notare che non necessariamente i contributi versati da uno Stati membro rimarranno al suo interno. Alcune banche nazionali di promozione possono, a esempio, finanziare investimenti in altri Stati membri, così come possono varare piattaforme di co-investimento con Paesi limitrofi e investire in progetti transfrontalieri.

Quando si tratta di investimenti, la dimensione conta: è quindi logico che i promotori di progetti pubblici o privati creino piattaforme d'investimento tematiche (analoghe a società veicolo) in cui raggruppare i progetti, per esempio, in settori come l'efficienza energetica o la banda larga, in modo che possano essere cofinanziati dall’EFSI e da altre parti. Sotto il profilo tecnico, evidentemente, sarebbe più semplice e più efficiente che il Fondo investisse in un veicolo dedicato su grande scala di livello nazionale o multinazionale piuttosto che sottoscrivere con singoli investitori operazioni su scala più ridotta.

Le piattaforme d'investimento possono avere anche carattere geografico: regionale, nazionale o transfrontaliero. Alcuni progetti, a esempio nel settore dell'interconnessione energetica, possono richiedere la collaborazione e il cofinanziamento di più regioni o Paesi. Non sono previste regole tassative sull'organizzazione di queste piattaforme.

Dai contatti con il settore privato è emerso che gli investitori assegnano particolare importanza a una qualità rigorosa e a una selezione indipendente dei progetti che potrebbero beneficiare del sostegno del piano di investimenti. I progetti dovrebbero essere:

-          Economicamente sostenibili dall'iniziativa

-          Sufficientemente maturi per essere valutati su base globale o locale

-          Dotati di un valore aggiunto europeo e conformi alle priorità politiche dell'UE

-          Atti a massimizzare, ove possibile, i finanziamenti del settore privato.

Non è, viceversa, necessario che abbiano carattere transfrontaliero.

L'impiego della garanzia dell'UE consentirà alla BEI di spingersi oltre l'attività ordinaria effettuando investimenti più rischiosi, ossia investendo, al fianco del settore privato, in progetti più rischiosi.

I progetti non saranno scelti per motivi politici, né esistono quote per Paese o per settore. Quest'impostazione ha un'importanza fondamentale per invogliare gli investitori privati a partecipare all’EFSI: se fosse percepita una qualsiasi forma di ingerenza pubblica, i soggetti privati sarebbero scoraggiati dal partecipare. Spetterà al comitato per gli investimenti decidere se uno specifico progetto potrà essere assistito dalla garanzia dell'UE; e questo in base agli orientamenti in materia di investimenti e a un quadro di indicatori.

I progetti saranno selezionati in base alla loro "addizionalità" (ossia al fatto che non potrebbero essere realizzati senza il sostegno della garanzia dell'UE), sostenibilità economica, affidabilità e credibilità, nonché in funzione del contributo che apportano in settori chiave che stimolano la crescita coerentemente con le politiche dell'UE, tra cui: istruzione e conoscenza; innovazione e economia digitale; Unione dell'energia; infrastrutture di trasporto; infrastrutture sociali e risorse naturali e ambiente. I progetti devono inoltre mobilitare, ove possibile, finanziamenti.  Possono richiedere i finanziamenti del Fondo: entità di tutte le dimensioni, tra cui società di servizi pubblici, società veicolo o società di progetto; piccole e medie imprese (fino a 250 dipendenti) e imprese a media capitalizzazione (con un massimo di 3.000 dipendenti); entità del settore pubblico (tranne gli Stati membri stessi); banche nazionali di promozione o di attività di prestito; fondi e qualsiasi altra forma di veicoli di investimento collettivo; piattaforme d'investimento dedicate.

In genere il finanziamento potrà essere chiesto in due modi. Nel primo percorso, il promotore del progetto può sottoporre la proposta direttamente e in qualsiasi momento alla BEI, compilando la consueta domanda sul sito istituzionale della Banca europea, nella sezione dedicata agli investimenti strategici. In questa procedura i governi degli Stati membri non esercitano alcuna funzione di filtro. La procedura è dinamica, i progetti possono essere presentati in qualsiasi momento. Alla ricezione della proposta di progetto, la BEI la esaminerà e deciderà se è adatta per un finanziamento della stessa BEI o dell’EFSI (con il sostegno della garanzia dell'UE). Per il secondo percorso, le PMI interessate a operazioni finanziate attraverso il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) (sezione delle PMI e delle impresa a media capitalizzazione) possono reperire le informazioni sugli intermediari finanziari del FEI sul suo portale.

Una vasta partecipazione pubblica è spesso una condizione nel campo dell'efficienza energetica, delle infrastrutture e dell'agenda digitale (la banda larga in aree remote, a esempio), se si vuole che i progetti siano realizzabili. L’EFSI, di norma, fornirà il segmento più rischioso dell'investimento in modo da massimizzare il contributo delle fonti private riducendo il rischio. Gli Stati membri e le banche nazionali di promozione potranno fornire cofinanziamenti a livello dei vari progetti, assicurando così un livello più elevato di finanziamento pubblico a un determinato progetto. A seconda del settore e dell'area, alcuni progetti genereranno rendimenti maggiori di altri. A tal proposito, l’EFSI disporrà di un ampio portafoglio di progetti diversi in settori differenti, dai trasporti all'istruzione, all'energia e all'innovazione.

Inoltre, gli Stati membri possono usare i fondi strutturali per finanziare progetti che necessitano di un'elevata partecipazione pubblica e nei casi in cui sarebbe forse più difficile attrarre investitori privati a causa dei limitati livelli di rendimento.

Il Fondo offrirà (attraverso strumenti quali partecipazioni al capitale proprio, strumenti di quasi-equity e strumenti di altro tipo) quel finanziamento ai progetti considerati ad alto rischio, che spesso viene a mancare nel contesto economico attuale. Il suo intervento in questo senso potrebbe giovare alle piccole imprese innovative in fase di avviamento, che gli investitori tendono a considerare a più alto rischio delle imprese maggiori, impiantate stabilmente. Un quarto degli investimenti complessivi catalizzati dall’EFSI, ovvero 75 miliardi di euro nell'arco di un triennio, andrà a PMI e imprese a media capitalizzazione attraverso il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), che fa parte del gruppo BEI. Di solito, le PMI ottengono i finanziamenti attraverso fondi specifici, come le società veicolo, oppure tramite intermediari, come le banche.

Da quanto risulta riportato nel portale istituzionale della Commissione europea, l’EFSI ha già iniziato a cofinanziare le PMI: nel maggio 2015, è stato firmato con una banca francese un primo accordo volto ad aumentare l'erogazione di prestiti alle PMI innovative, cui sono seguiti accordi analoghi con banche di altri Paesi.

La sezione delle PMI dell’EFSI sosterrà l'attività di finanziamento condotta nel quadro del programma per la competitività delle imprese e le piccole e medie imprese (COSME), e potenzierà l'attuazione dello strumento di garanzia dei prestiti di COSME, per cui la domanda di mercato è forte ma le risorse di bilancio limitate. Grazie alla garanzia fornita nell'ambito dell’EFSI, il Fondo europeo per gli investimenti sarà in grado di anticipare i tempi della sottoscrizione di operazioni con intermediari finanziari rispetto a quelli possibili con il solo bilancio di COSME. Ne scaturiranno molteplici effetti positivi che determineranno ulteriori investimenti, crescita e un'accelerazione della ripresa economica.

Riassumendo, dunque, il Fondo deciderà in quali progetti investire in base agli orientamenti in materia di investimenti. Il comitato per gli investimenti deciderà sui singoli progetti in base ai rispettivi meriti. I criteri di fattibilità variano a seconda delle caratteristiche del settore: le energie rinnovabili sono chiaramente diverse dai trasporti, che sono diversi dall'istruzione. La promozione di una crescita economica sostenibile e rispettosa dell'ambiente e la creazione di posti di lavoro di qualità, anche in termini di competitività, sono elementi che saranno verosimilmente presi in considerazione in questo contesto, in particolare mediante l'assegnazione di punteggi nel quadro su cui si baserà la valutazione de progetti.

Da un punto di vista tecnico, è importante rilevare che i finanziamenti dell’EFSI non costituiscono aiuti di Stato ai sensi dei trattati dell'UE, né dovranno essere approvati dalla Commissione europea a fronte delle norme sugli aiuti di Stato dell'UE. Le operazioni del Fondo faranno fronte a fallimenti del mercato o a situazioni di investimento subottimali che non potrebbero realizzarsi altrimenti, o comunque non in ugual misura; inoltre, i progetti sostenuti avranno tipicamente un profilo di rischio più elevato di quello dei progetti sostenuti tramite operazioni ordinarie della BEI.

In sostanza, l'obiettivo della Commissione è fare in modo che le innovazioni europee possano essere portate sul mercato da nuove imprese di successo che usano strumenti finanziari appropriati. A esempio, con specifico riferimento alla promozione e all’incremento della ricerca, il Fondo potrebbe assumere un’importanza decisiva.

L’EFSI contribuisce, di fatto, a finanziare progetti che non riuscirebbero a essere finanziati solamente dai settori pubblico e/o privato. In media il Fondo andrà a finanziare soltanto il 20% dell'investimento complessivo, lasciando il restante 80% ad altre fonti. Trattasi di un'ampia gamma di strumenti finanziari, tra cui scegliere opportunamente quali mettere in campo, a seconda del progetto specifico, per garantire l'impiego delle soluzioni di finanziamento più efficaci. A esempio, il Fondo potrà far ricorso a strumenti di debito, garanzie, partecipazioni al capitale proprio, strumenti di quasi-equity, strumenti di supporto del credito e capitale di rischio. Potrà finanziare progetti direttamente o attraverso la partecipazione a fondi dedicati al finanziamento di diversi progetti.

Il periodo di investimento iniziale è di quattro anni, con una valutazione indipendente trascorsi i primi tre. La Commissione pubblicherà una relazione di valutazione dell'impatto prodotto a livello dell'intera UE sugli investimenti, sulla creazione di occupazione e sull'accesso ai finanziamenti per le PMI e le imprese a media capitalizzazione. Basandosi su tale relazione la Commissione proporrà ai co-legislatori di stabilire un nuovo periodo di investimento con un adeguato finanziamento se:

-          La relazione conclude che l’EFSI sta conseguendo i suoi obiettivi e che il mantenimento di un regime di sostegno degli investimenti è giustificato; oppure

-          La relazione conclude che l’EFSI non sta conseguendo i suoi obiettivi, ma che il mantenimento di un regime di sostegno degli investimenti è comunque giustificato. In quest'ipotesi la Commissione dovrà presentare una proposta volta ad attuare le modifiche necessarie al fine di ovviare alle lacune individuate.

Gli Stati membri possono usare i fondi strutturali per integrare gli investimenti del Fondo nei progetti ammissibili. Inoltre, gli Stati membri e le Autorità regionali sono invitati a fare uso dei fondi UE di cui dispongono nel modo più efficace possibile per sostenere gli investimenti, concentrandosi sui settori fondamentali e producendo il massimo effetto moltiplicatore per ogni euro investito. Ciò comporterà l'intensificazione del ricorso a strumenti finanziari quali prestiti, partecipazioni al capitale proprio e garanzie, al posto delle tradizionali sovvenzioni.

 

In conclusione, riportiamo, come appendice all’articolo, alcuni dati di interesse

 

Infrastructure and innovation projects approved:

Number = 97 Financing under the EFSI = 13.6 billion

SME financing agreements approved:

Number = 192 (agreements benefitting more than 200,000 start-ups, SMEs and mid-caps)

Financing under the EFSI = 6.8 billion

Total expected investment triggered = 115.7 billion

 

THE EFSI PROJECT CYCLE

 

Step 1: Project promoters present proposal to EIB directly

Step 2: EIB Appraisal (financial – economic – social – environmental – technical assessment)

Step 3: EIB Approval (EIB Management Committee – Investment Committee assessment and approval – Final approval by EIB Board of Directors) 

Step 4: Signature – Financing contract is agreed

Step 5: Disbursement

Step 6: Monitoring and reporting

Step 7: Repayment

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