Paolo Soro

Approvazione definitiva per il Jobs Act

Ieri, il Senato ha definitivamente approvato il disegno di legge denominato Jobs Act, il quale entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

La norma prevede la delega al Governo per riformare il mercato del lavoro, intervenendo con lo strumento dei decreti nelle seguenti materie principali:

Contratti e licenziamenti. Il collegato dovrebbe introdurre la disciplina del contratto a tutele crescenti: aumenteranno le garanzie in progressione all’anzianità aziendale e, insieme, aumenterà anche il probabile indennizzo in caso di licenziamento  disciplinare. Si rafforza, poi, il demansionamento in azienda e viene definito un compenso orario minimo. All’interno del decreto sui nuovi contratti di assunzione, saranno incluse anche le disposizioni sui licenziamenti che vanno a cambiare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Secondo quanto inserito nell’ultima versione del Disegno di Legge, viene mantenuto inalterato il diritto al reintegro nei casi di licenziamenti discriminatori con diritto al reintegro; mentre viene cancellato tale diritto per i licenziamenti economici. Lo stesso avverrà per specifiche situazioni ascrivibili al licenziamento disciplinare, che saranno elencate proprio nel testo previsto per gennaio-febbraio. Attese anche le istruzioni operative per il calcolo degli indennizzi in caso di licenziamento: si parla di un abbassamento delle mensilità corrisposte in caso di allontanamento, che scenderebbero da 36 a 24, considerando un mese e mezzo di stipendio ogni annualità trascorsa in azienda. Infine, la delega in materia di semplificazione delle forme contrattuali prevede la redazione di un testo unico contenente le discipline dei contratti di lavoro e una loro semplificazione, tra cui l’eliminazione delle forme di CO.CO.CO. e CO.CO.PRO.

Ammortizzatori. Qui lo Stato dovrebbe stanziare dei fondi aggiuntivi e la cosa appare assai complessa. Innanzitutto, la cassa integrazione non verrà riconosciuta nei casi di cessazione dell’attività aziendale. Dovrebbe poi verificarsi l’integrazione tra ASPI e Mini ASPI – le indennità di disoccupazione – nella nuova NSPI, il sussidio universale che dovrebbe comprendere anche i precari. Si parla di una semplificazione delle procedure con l’introduzione di meccanismi automatici di concessione, oltre alla previsione di una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici. La delega per la semplificazione di procedure e adempimenti, allo stesso modo, prevede la loro razionalizzazione in caso di costituzione e gestione del rapporto di lavoro, con l’obiettivo di dimezzare il numero di atti di carattere burocratico e amministrativo. A tal fine ci sarà l’unificazione delle comunicazioni alle P.A. per gli stessi eventi (a esempio, in caso d’infortunio sul lavoro), ponendo a carico delle amministrazioni l’obbligo di trasmetterle agli altri uffici competenti.

Maternità. Il Governo ha propagandato molto l’introduzione del diritto alla maternità anche per le lavoratrici precarie. Oltre a questo ambito, poi, il governo intende recare nuove concessioni sulla possibilità di cedere giorni di ferie tra dipendenti, in caso di necessità per assistenza a un minore in particolari condizioni di salute. Infine, si promuoverà il telelavoro.

Politiche attive. Tra le novità, l’istituzione dell’Agenzia Nazionale dell’occupazione, la messa a punto di incentivi a imprenditorialità e occupazione, nonché il rafforzamento dei servizi per l’impiego.

Il Governo avrà sei mesi di tempo per emanare i decreti in questione.

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