Paolo Soro

Semplificazioni fiscali costose

Semplificazioni fiscali costose. Gli interventi varati dal governo in attuazione della delega devono essere a saldo zero. Ma alcuni di questi potrebbero non rivelarsi tali. O perché generano ulteriori oneri di funzionamento della macchina amministrativa, o perché potrebbero far calare il gettito.

Semplificazioni fiscali costose. Gli interventi varati dal governo in attuazione della delega devono essere a saldo zero. Ma alcuni di questi potrebbero non rivelarsi tali. O perché generano ulteriori oneri di funzionamento della macchina amministrativa, o perché potrebbero far calare il gettito. È quanto rilevano i tecnici della camera nel dossier di verifica delle quantificazioni sullo schema di dlgs proposto dal governo. A finire maggiormente nel mirino del Servizio bilancio di Montecitorio è proprio la misura più innovativa (e forse più ambiziosa) contenuta nel provvedimento sulle semplificazioni fiscali approvato da palazzo Chigi lo scorso 20 giugno: la dichiarazione dei redditi precompilata. Si tratta cioè del modello 730 che, in via sperimentale, a partire dal 2015 l'Agenzia delle entrate dovrà recapitare a lavoratori dipendenti e assimilati, nonché ai pensionati, i quali avranno facoltà di accettare o modificare le informazioni contenute. Il tutto senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. La relazione tecnica del governo evidenzia infatti che sia l'unità di monitoraggio sia gli investimenti hardware e software necessari alla gestione, trattamento ed elaborazione dei dati rientreranno nei limiti di spesa già previsti, attraverso una redistribuzione delle risorse.
Una teoria che però non convince appieno i tecnici della camera. «Appaiono necessari chiarimenti», si legge nel dossier, «in quanto l'esercizio di nuove funzioni non previste a normativa vigente, se effettuato con risorse già disponibili, potrebbe comportare difficoltà sul piano operativo nello svolgimento di altre attività dell'Agenzia delle entrate». Perplessità pure sull'ipotesi di compensare eventuali nuovi oneri non preventivabili con i risparmi di gestione derivanti dalla rideterminazione dei compensi spettanti agli intermediari. I primi, infatti, «potrebbero determinarsi nella fase di avvio e predisposizione delle dichiarazioni precompilate», mentre gli eventuali benefici «potrebbero conseguirsi solo nelle annualità successive».
Anche con riferimento ai flussi informativi provenienti dal mondo sanitario il Servizio bilancio di Montecitorio chiede approfondimenti. Il dlgs prevede che dal 2016 le aziende ospedaliere e tutti gli altri soggetti erogatori di prestazioni mediche dovranno inoltrare all'anagrafe tributaria le informazioni necessarie al fine di inserire anche le spese per la salute (detraibili dall'Irpef) nella dichiarazione precompilata. Un punto sul quale tuttavia, osserva il dossier, andrebbe prima verificata «la possibilità per i soggetti interessati di svolgere le nuove funzioni senza dover sostenere ulteriori oneri».
Infine, l'operazione del 730 a domicilio potrebbe portare con sé qualche criticità ai fini dei controlli. Secondo i tecnici della camera l'esecutivo deve chiarire «la disciplina applicabile nell'ipotesi in cui, nella dichiarazione precompilata, siano stati commessi errori che determinino un vantaggio per il contribuente (ad esempio un onere detraibile o deducibile superiore) e quest'ultimo non provveda a rettificare il dato indicato dall'Agenzia delle entrate». Tali precisazioni vengono ritenute necessarie in considerazione del fatto che «l'accettazione dei dati precompilati da parte del contribuente potrebbe determinare un'attenuazione dei controlli successivi rispetto a tali dati da parte dell'amministrazione finanziaria».
Fonte: Italia Oggi

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