Paolo Soro

16 giugno 2014: si salvi chi può!

Ogni anno, il giorno 16 del mese di giugno è ricorrenza tradizionalmente infausta per le tasche dei contribuenti, i quali si trovano a dover affrontare svariati esborsi per pagamenti di tasse, contributi e imposte, aventi tutti identica scadenza in tale giornata. Peraltro, quest’anno, alla faccia della solita “semplificazione”, gli adempimenti sono stati ulteriormente incrementati (come se già non fossero abbastanza), e il rischio che si verifichino dei mancati (parziali o totali) versamenti appare più che concreto.

Mentre le TV continuano a sciorinare i loro spot pubblicitari per ricordare l’imminente inizio dei campionati del mondo di calcio in Brasile, gli Italiani (complice forse la recente débâcle europea delle squadre nazionali e lo scarso appeal di una deludente nazionale), sembrano assai più concentrati sull’approssimarsi di ben altra e importante data: il 16 giugno 2014.
Ogni anno, il giorno 16 del mese di giugno è ricorrenza tradizionalmente infausta per le tasche dei contribuenti, i quali si trovano a dover affrontare svariati esborsi per pagamenti di tasse, contributi e imposte, aventi tutti identica scadenza in tale giornata. Peraltro, quest’anno, alla faccia della solita “semplificazione”, gli adempimenti sono stati ulteriormente incrementati (come se già non fossero abbastanza), e il rischio che si verifichino dei mancati (parziali o totali) versamenti appare più che concreto. Non vi è, infatti, chi non veda come la crisi economica permanga particolarmente grave e profonda; cosa che già comporta enormi difficoltà, per tante famiglie, nel riuscire ad arrivare alla fine del mese durante gli altri ordinari periodi dell’anno; figurarsi nel corrente “salatissimo” giugno. Oltre a ciò, come di consueto, occorre considerare l’indubbio stress psicologico causato dall’incertezza di non poter conoscere fino all’ultimo momento quanto si pagherà e, soprattutto, se ci sarà qualche agognata proroga dell’ultima ora (la cui attesa è paragonabile a quella del beduino che spera di scorgere un’oasi nel deserto, tra un miraggio e l’altro).
Qui corre l’obbligo di aprire una breve parentesi: in qualunque Stato di diritto, sarebbe logico attendersi che un provvedimento venisse prorogato con qualche giorno d’anticipo. In Italia, si è già fortunati quando lo slittamento dei termini viene – in maniera più o meno irrituale – comunicato la mattina del “D-Day”. Cosa che, francamente, ci lascia alquanto perplessi: a quel punto, chi doveva adempiere, o ha già provveduto alla bene meglio, o è comunque pronto a farlo; solo coloro i quali non avevano intenzione di rispettare la scadenza ne traggono beneficio; il che si sostanzia di fatto anche in una sorta di doppio condono: per gli eventuali contribuenti inadempienti, da una parte; per la nomenklatura politica, dall’altra, la quale in pratica sta ammettendo di avere sbagliato a fissare le scadenze, e chiede il perdono; giustificando il suo comportamento con delle scuse (per carità, che abbiano almeno il pudore di non chiamarle motivazioni) così pietose da far drizzare le orecchie persino agli asini – ovviamente, absit iniuria verbis… per i quadrupedi. È bene, però, non lamentarsi, posto che non di rado accade che la proroga arrivi, come si dice in gergo, a tempo scaduto (la cultura calcistica ricorre sempre, in Italia – n.d.a.). Si veda, a esempio: l’ennesima proroga per la rottamazione delle cartelle esattoriali, o il recentissimo slittamento della consegna dei modelli 730, ma pure lo stesso rinvio della TASI nei Comuni privi di delibera, dal 16 giugno al 16 ottobre: direte, beh lo hanno annunciato ieri (5 giugno) e la scadenza era prevista il 16; dunque sono molto in anticipo. Veramente, le cose non stanno proprio così, nel senso che l’iter concernente l’approvazione del provvedimento di rinvio (dunque, l’unica effettiva validità dello stesso) si concluderà il 23 giugno (quindi, ben oltre la scadenza del 16). Certo, qualche soluzione all’italiana riuscirebbero come sempre a tirarla fuori dal cappello a cilindro; peraltro, il discorso che si faceva era riferito – non dimenticatelo – a un ipotetico Stato di diritto.
Ma torniamo alla fatal data.
IRPEF
Entro il 16 giugno (salvo rimandarne il pagamento con la corresponsione degli interessi) si pagano le imposte sui redditi. Ai contribuenti che hanno optato per il 730 e lo hanno consegnato nei tempi previsti, resta da aspettare il prospetto riepilogativo da parte del commercialista o del CAF. Se la dichiarazione sarà a debito, il conguaglio verrà eseguito dal datore di lavoro sulla busta paga di luglio o scaglionata a rate secondo la scelta del contribuente. Coloro che invece hanno preferito il Modello Unico dovranno effettuare, sempre entro il 16 giugno, il versamento dell’eventuale saldo d’imposta 2013 e la prima rata dell’acconto sulle imposte 2014. Vanno pagati anche saldo e acconto sulle addizionali regionali e comunali.
IRES e IRAP
Chi ha redditi d’impresa dovrà pagare il 16 giugno il saldo 2013 e l’acconto IRES 2014, nonché l’IRAP, e naturalmente l’IVA del periodo.
IMU
Lo stesso 16 giugno scadono anche i termini per il pagamento delle imposte immobiliari, ovvero le tasse sulla casa, salvo differente apposita delibera comunale. Quest’anno pagano l’IMU tutti i proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale non di lusso o assimilati.
TASI
La prima rata della TASI si paga il 16 giugno, eccettuato in quei Comuni privi di delibera, in cui – come detto – il pagamento è posticipato, sub iudicato, al 16 ottobre.  
CEDOLARE SECCA
Il 16 giugno c’è un’altra scadenza per i proprietari di immobili, o almeno per coloro che hanno optato per il regime fiscale della cedolare secca: si tratta di un prelievo forfetario del 21% sugli affitti a canone libero e del 15% per le locazioni a canone concordato. Oltre al saldo per il 2013, entro il 16 giugno occorre versare un acconto d’imposta per il 2014 nella misura del 38% a titolo di prima rata, se l’importo da pagare supera i 257,52 euro, come accade con l’IRPEF.
TARI
Sempre entro il 16 giugno, bisogna corrispondere la nuova TARI; o, perlomeno, la prima delle (in genere) quattro rate previste, salvo non si voglia pagare tutto in unica soluzione, sempre però rigorosamente entro il 16 giugno. La TARI compone il famigerato tritico IUC, insieme all’IMU e alla TASI. Che poi, pare evidente si tratti di una contraddizione in termini: IUC, sta per Imposta Unica Comunale: e meno male che è un’imposta unica… Comunque, piaccia o non piaccia, la TARI non è altro che la tassa sui rifiuti; sarebbe, in pratica, la vecchia TARES, prima ancora TIA, alias TARSU: sembra uno sketch comico, ma è la pura realtà.
SCADENZE ORDINARIE
Ovviamente, tutti questi straordinari adempimenti non esimano dal dover corrispondere gli altri ordinari pagamenti del mese, riepilogati nel classico e ben noto modello F24; quali: ritenute del periodo su lavoratori autonomi e dipendenti, contributi previdenziali etc.
Sia chiaro, quanto precede è solo un piccolo riassunto dei principali pagamenti relativi alla stragrande maggioranza dei contribuenti. Per pietà, evitiamo di elencare le altre decine di obbligazioni (dichiarative e di versamento) che interessano tantissime ristrette categorie di imprese, lavoratori autonomi e associazioni, le quali, superfluo ribadirlo, scadono tutte il 16 giugno 2014.
Pare di dirigere un circo, non uno studio professionale.
Si parla tanto del nuovo Redditometro, basato su presunti elementi “certi” di spesa: forse, gli unici costi davvero certi, sono proprio quelli afferenti imposte, tasse e contributi, spesso sostenuti solo a seguito di apposito finanziamento bancario.
In conclusione, possiamo solamente sperare che, a tutti i citati pagamenti, in questo terribile giugno, non si uniscano anche altre “quisquilie” familiari, quali viaggio-studio premio per figli promossi, rottura delle condotte idriche di casa, tagliando dell’auto, lavori straordinari di condominio e ulteriori simili “amenità”; perché, in caso contrario, il prossimo 16 giugno 2014: si salvi chi può!

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