Paolo Soro

Le stock option ai dipendenti sono reddito da lavoro

Le azioni assegnate ai dipendenti da parte del datore di lavoro costituiscono reddito di lavoro dipendente. Con la risposta di ieri l'Agenzia delle entrate ha chiarito i dubbi circa il corretto trattamento tributario da applicare all'assegnazione di azioni sulla base di un piano di stock option.

Le azioni assegnate ai dipendenti da parte del datore di lavoro costituiscono reddito di lavoro dipendente. Con la risposta n. 427 di ieri l'Agenzia delle entrate ha chiarito i dubbi circa il corretto trattamento tributario da applicare all'assegnazione di azioni sulla base di un piano di stock option. In generale, il coinvolgimento del management negli incrementi di valore delle società gestite o nei loro profitti può essere realizzato con varie modalità. In particolare, possono essere previsti piani in cui sono assegnati diritti di acquistare strumenti finanziari al raggiungimento di determinati obiettivi e condizioni di vesting (stock option); oppure strumenti finanziari con diritti patrimoniali rafforzati (carried interest). Per quanto riguarda i piani di stock option, secondo l'Agenzia, laddove per ottenere l'assegnazione dei titoli sia imprescindibile lo status di lavoratore, il valore dei titoli, al netto di quanto corrisposto dal dipendente o trattenuto dal datore di lavoro o da terzi, costituisce reddito di lavoro dipendente. Con riferimento all'assegnazione di strumenti finanziari con diritti patrimoniali rafforzati, l'assegnazione di questi è ricompresa tra i redditi di lavoro dipendente, mentre i proventi derivanti dai diritti patrimoniali rafforzati si considerano redditi di capitale. Infatti, ai sensi dell'art. 51, comma 1 del Tuir «le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d'imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro» costituiscono reddito di lavoro dipendente per il lavoratore. Pertanto, sia gli emolumenti in denaro, che in natura, tra i quali sono da ricomprendere le azioni, offerti dal datore di lavoro ai propri dipendenti, costituiscono, in generale, redditi imponibili, e, in quanto tali, concorrono alla determinazione reddito di lavoro dipendente. Lo stesso principio vale anche nell'ipotesi in cui la sottoscrizione del capitale di una società avvenga in sede di aumento successivo ala sua costituzione. Secondo l'Agenzia, quando il dipendente riceve azioni a fronte della partecipazione ad un piano stock option, la differenza tra il valore normale dei titoli al momento dell'esercizio dell'opzione (fissato in proporzione al patrimonio netto effettivo della società o ente) ed il prezzo di sottoscrizione pagato dal lavoratore (strike price), si configura come reddito di lavoro dipendente, da assoggettare alla normale tassazione Irpef. Una volta esercitato il diritto di opzione, i nuovi azionisti/beneficiari, verranno, pertanto, tassati secondo le regole generali sia per quanto riguarda l'eventuale percezione di dividendi durante il periodo di possesso del titolo, che per quanto riguarda la tassazione dell'eventuale plusvalenza realizzata all'atto di cessione del titolo stesso; in caso di vendita, il costo fiscale del titolo, da confrontare con il corrispettivo, sarà costituito dal valore normale dello stesso all'atto dell'esercizio del diritto di opzione.

Dipendenti comandati da un'altra p.a. Il dipendente comandato da un'altra pubblica amministrazione deve ricevere dall'ufficio principale la certificazione unica contenente tutti i compensi, sia quello fondamentale che quelli accessori. Lo ha chiarito l'AdE con la risposta 428 di ieri. Gli uffici secondari devono comunicare all'ufficio principale entro la fine dell'anno e comunque non oltre il 12 gennaio dell'anno successivo, l'ammontare delle somme corrisposte, l'importo degli eventuali contributi previdenziali e assistenziali, compresi quelli a carico del datore di lavoro, nonché le ritenute effettuate. Il sostituto principale emetterà poi una certificazione comprensiva di tutti i compensi corrisposti, evidenziando nella sezione «Dati relativi ai conguagli», le somme e i valori corrisposti da ciascun sostituto d'imposta secondario.

Fonte: Italia Oggi

Fonte Immagine: Foto di Gino Crescoli da Pixabay 

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