Paolo Soro

Fisco digitale: addio a scontrini e ricevute

Dal primo luglio saranno sostituiti, per le aziende con giro d’affari superiore ai 400 mila euro, dall’obbligo di trasmissione giornaliera degli incassi giornalieri. Per le imprese più piccole si partirà invece il primo gennaio 2020.

Dal 1° luglio scontrini e ricevute fiscali saranno sostituiti, per le aziende con giro d'affari superiore ai 400 mila euro, dall'obbligo di trasmissione giornaliera degli incassi. Per le imprese più piccole si partirà invece il 1° gennaio 2020. I funzionari dell'amministrazione finanziaria potranno dunque monitorare la situazione di un negoziante, un artigiano o un professionista senza muoversi dalla propria poltroncina e in tempo reale. Maggior tempestività dovrebbe significare anche facilità nell'individuare e sconfiggere certe frodi fiscali. Per esempio, dovrebbero cessare del tutto certi comportamenti come quello di battere regolarmente lo scontrino ma poi, confidando sulla scarsa probabilità di ricevere un controllo, evitare di registrarlo.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Al di là di alcuni aspetti ancora poco chiari relativi a questa innovazione, è facile prevedere che tutti quelli che non registravano fino ad oggi lo scontrino, continueranno a non farlo anche dopo. Anzi, le nuove norme potrebbero attenuare o rendere obsoleto quel minimo di controllo sociale che fino a oggi costituiva un importante pungolo per spingere l'esercente o il lavoratore autonomo alla registrazione del corrispettivo: si prevede infatti che ricevuta fiscale o scontrino siano sostituiti da un «documento commerciale» che non avrà rilevanza fiscale ma servirà soprattutto per certificare l'inizio della garanzia a favore dell'acquirente. Cosa che non ha molto senso, per esempio per chi acquista un caffè, una pizza o un taglio di capelli. Oltretutto non è chiaro se questo «documento commerciale» debba essere rilasciato sempre oppure no. Ci sono infatti casi nei quali l'operazione della stampa e della consegna del documento è perlomeno scomoda, o improbabile. Pensiamo all'idraulico che, nel corso della giornata, visita quattro o cinque clienti: a fine giornata dovrebbe trasmettere i corrispettivi all'Agenzia delle entrate, ma difficilmente ripasserà dai clienti per consegnare loro il «documento commerciale» che non serve praticamente a nulla.

La trasmissione dei corrispettivi può essere fatta con i registratori telematici oppure anche tramite procedura web sul sito dell'agenzia, in questo caso anche via tablet o smartphone: vengono così agevolati tutti quei lavoratori autonomi che, effettuando un numero limitato di prestazioni, non saranno costretti ad acquistare e utilizzare uno strumento costoso e di una certa complessità. Facile però ipotizzare che in queste condizioni non saranno pochi i casi nei quali i «documenti commerciali» saranno rinviati alle calende greche.

Sembrerebbe che lo Stato abbia barattato l'abolizione degli scontrini con la trasmissione dei corrispettivi giornalieri, in questo modo si riescono forse ad evitare alcuni comportamenti di evasione tra i più subdoli, ma ci potrebbe esser il rischio di disabituare il cliente, in molti casi, a ricevere lo scontrino. Di fatto annullando il pur blando effetto di un minimo di controllo sociale in termini di lotta all'evasione. E a ben poco potrebbero servire iniziative piuttosto folcloristiche come quella della lotteria fiscale che, per la verità, avrebbe già dovuto entrare in vigore da qualche anno, ma che finora è stata sempre rinviata a miglior data.

I problemi, naturalmente, non si fermano qui. Per esempio: i nuovi strumenti elettronici abilitati ai corrispettivi telematici costano circa mille euro l'uno (una spesa coperta al 50% da un credito d'imposta, con un tetto massimo di 250 euro, anche questo non privo di problemi ancora da risolvere): al solito molti si sono accorti all'ultimo momento del nuovo adempimento. Con il risultato che chi deve produrre le nuove macchine si trova oberato di richieste e non riuscirà a fare tutte le consegne entro fine mese. Quindi qualcuno partirà in ritardo, come al solito. Ma non c'è solo questo: manca per esempio il provvedimento che dovrà stabilire eventuali esenzioni tecniche dal nuovo obbligo (per esempio, il negozietto di alimentari ubicato nella sperduta valle alpina o nell'Aspromonte, dove ancora Internet è un sogno, come farà a trasmettere giornalmente i propri dati?). Al solito, si parte, poi si vedrà come.

Fonte: Italia Oggi

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