Imposta di bollo dovuta sulle fatture elettroniche del primo trimestre: gli importi calcolati dall'Agenzia delle entrate contengono errori. Stando alle segnalazioni giunte da software house e da contribuenti gli importi da pagare, precaricati sul portale fatture e corrispettivi, non corrisponderebbero a quelli realmente dovuti. Il servizio di calcolo automatico per il pagamento dell'imposta di bollo in maniera virtuale dovuta sulle fatture elettroniche emesse è entrato in funzione soltanto giovedì scorso, come annunciato nell'apposito comunicato stampa dell'Agenzia delle Entrate. Il servizio personalizzato per ogni contribuente è infatti disponibile sul portale fatture e corrispettivi e consente di verificare il calcolo ed effettuare il pagamento dell'imposta di bollo dovuta sulle fatture elettroniche trasmesse attraverso lo SdI, sulla base delle previsioni contenute nel decreto del Ministro dell'economia e delle Finanze del 28 dicembre 2018. La conseguenza è che gli errati importi precaricati dall'Agenzia delle entrate costringeranno i contribuenti ad effettuare a mano il calcolo degli importi dovuti spuntando una per una, le fatture elettroniche emesse nei primi tre mesi dell'anno.
I problemi riguardano anche le fatture al di sotto dei 77 euro non soggette a imposta di bollo che invece risultano conteggiate dal sistema dell'Agenzia, e le fatture verso la p.a. per cui, in questo caso il sistema non le considera. Non si tratta di importi rilevanti, ma il paradosso del disallineamento del calcolo è, come detto in precedenza, che i professionisti devono fare la spunta delle fatture a mano. Tenuto conto che la scadenza per il versamento dell'imposta di bollo virtuale è prevista per il 23 aprile prossimo questo intoppo potrebbe creare più in un problema con il rischio di non riuscire a rispettare in tempo utile il termine di pagamento. Tornando alle segnalazioni di errore ricevute alcuni contribuenti segnalano di aver trovato un importo da pagare a titolo di imposta di bollo pur avendo emesso soltanto fatture con Iva che come tali non danno luogo al pagamento del tributo di bollo. Altri hanno invece segnalato di aver ricevuto importi da pagare completamente errati, in eccesso, rispetto al dovuto. Alcuni professionisti hanno inoltre segnalato che le loro software house li hanno avvisati di non fare affidamento sugli importi indicati dalle Entrate e procedere con il ricalcolo di quando dovuto. In serata è arrivata una nota del presidente dell'Ordine dei commercialisti di Trento e Rovereto, Pasquale Mazza, in cui si denuncia che i conteggi presentano numerose anomalie. La conferma del disservizio arriva anche da Assosoftware e dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.
Roberto Bellini, direttore generale di Assosoftware dichiara: «Siamo in contatto con l'Agenzia per dare supporto ai nostri soci e ai nostri clienti». La segnalazione all'Agenzia è arrivata anche dai dottori commercialisti. «Abbiamo segnalato i disservizi e siamo in attesa di un feedback da parte delle Entrate», spiega Maurizio Postal, delegato alla fiscalità del Consiglio nazionale. «Non è un problema di calcoli ma è l'ennesimo adempimento per una cosa che dovrebbe potersi effettuare in maniera automatica e che invece assorbe energia lavorativa in un aprile già convulso, visto che la scadenza è tra poco più di dieci giorni».
Fonte: Italia Oggi