Paolo Soro

Liti fiscali, la difesa è esclusiva di avvocati e commercialisti

Nel nuovo processo tributario difesa esclusiva e ristretta a avvocati e dottori commercialisti. Via dunque tutte le figure professionali attualmente abilitate alla difesa del contribuente davanti alle commissioni tributarie provinciali e regionali.

Nel nuovo processo tributario difesa esclusiva e ristretta a avvocati e dottori commercialisti. Via dunque tutte le figure professionali attualmente abilitate alla difesa del contribuente davanti alle commissioni tributarie provinciali e regionali. La novità arriva dal progetto di legge che sarà presentato oggi in commissione finanze alla camera dai deputati del gruppo Lega che ha il via libera del governo.

Niente più, dunque, consulenti del lavoro, tributaristi, ingegneri, architetti, geometri, agrotecnici e periti agrari nonché associazioni tributarie e Caf nei casi in cui il contribuente sia loro cliente. Un vero e proprio giro di vite dell'abilitazione professionale con una nuova esclusiva di difesa.

L'articolo 6 del progetto di legge prevede infatti al comma 7 che «innanzi al giudice collegiale e monocratico sono abilitati alla difesa tecnica gli iscritti all'ordine degli avvocati e nella sezione A dell'albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili». Cancellando dunque con un tratto di penna tutte le altre figure professionali finora abilitate alla difesa nel contenzioso tributario.

Sul versante della magistratura tributaria, il progetto di legge ha invece l'obiettivo, codificato anche nell'articolo 3 dell'articolato, della creazione di un ruolo autonomo.

«È istituito», vi si legge, «il ruolo autonomo della magistratura tributaria, distinto dalla magistratura ordinaria, amministrativa, contabile e militare sia per quanto riguarda il trattamento economico sia per quanto riguarda lo sviluppo di carriera, come da successivo regolamento».

L'impulso a tentare la strada della riforma della struttura degli organismi che danno vita al processo tributario è partito dalla considerazione di accompagnare il programma della pace fiscale con la chiusura di una buona quota di contenzioso tributario (almeno nelle intenzioni del legislatore). «Le commissioni tributarie provinciali e regionali», spiega la relazione che accompagna le disposizioni, «si sono insediate il primo aprile 1996, con il decreto ministeriale 26 gennaio 1996; dopo vent'anni è giunto ora, il momento di modificare radicalmente il sistema, affidando la giustizia tributaria ad una magistratura specialistica ed autonoma, anche alla luce della intervenuta parziale riforma del processo tributario attuata con il decreto legislativo n.156 del 24 settembre 2015».

Per i neo giudici si applica il trattamento economico, previdenziale, del magistrato ordinario di prima nomina senza possibilità di carriera nell'ambito della magistratura ordinaria. E' previsto poi un obbligo di formazione con un numero minimo di 30 ore formative di aggiornamento.

Ma non finisce qui. Pare infatti che sotto il cielo della giustizia tributaria, dopo anni di discussione sulla necessità di riforma, ci sia una ripresa di interesse, se è vero che anche i deputati M5S della Commissione finanze hanno presentato una loro proposta di legge in materia. La prima firmataria, Vita Martinciglio, spiega: «Puntiamo sugli organi giudicanti, per i giudici in attuale servizio non togati sarà previsto un periodo di transizione con l'introduzione di un giudice onorario tributario».

Fonte: Italia Oggi

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