Paolo Soro

Google, Apple e Amazon: ruling per le imposte future

Intanto per Google, Apple e Amazon, dopo la chiusura degli accertamenti con adesione milionari, si apre la fase due che è forse il segno più importante del cambio di rotta nei rapporti tra questi colossi e l’amministrazione finanziaria. Le società hanno aderito o, nel caso di Amazon, aderiranno, al regime di cooperative compliance tassando in Italia tutto ciò che è prodotto in Italia.

Guardia di finanza e Agenzia dell'entrate coppia di fatto nel contrasto all'elusione sotto l'egida della Procura. In principio quella di Milano ma, dopo i successi registrati negli ultimi anni con le verifiche nelle case dei colossi del web, il modello perfezionato potrà esse utilizzato su tutto il territorio nazionale. Intanto per Google, Apple e Amazon, dopo la chiusura degli accertamenti con adesione milionari, si apre la fase due che è forse il segno più importante del cambio di rotta nei rapporti tra questi colossi e l'amministrazione finanziaria. Le società hanno aderito o, nel caso di Amazon, aderiranno, al regime di cooperative compliance tassando in Italia tutto ciò che è prodotto in Italia. Una spia di questa evoluzione nel contrasto all'evasione è fornita dai maggiori poteri concessi alla Guardia di finanza, che è il braccio operativo delle procure, dal decreto legge fiscale (dl 118/19). L'accesso senza vincoli alle banche dati fiscali da parte della Gdf, la programmazione di attività di accertamento in sinergia con l'Agenzia delle entrate, introdotti con il decreto, sono solo l'antipasto di quelle che potranno essere le nuove linee guida dei controlli fiscali.

A Milano la consuetudine è ormai collaudata (si veda ItaliaOggi del 22/6/18) da un lavoro frutto di anni che ha visto nel 2018 ultima arrivata la conclusione dell'accertamento su Facebook per 100 mln e su Paypal per 30 mln. Come spiegano a ItaliaOggi gli addetti ai lavori le indagini non si fermano, nel senso che non è esaurita la lista delle grande realtà che evadono in Italia, anzi, la sfida è proprio quella di scovare ciò che viene svolto sul territorio nazionale e valorizzare quella che è attività svolta in Italia, quantificarla come effettiva capacità contributiva e darle un collegamento reale con il territorio. In gergo tecnico tributario questo si traduce nell'utilizzo della norma sul transfer pricing.

Prima però c'è l'individuazione della stabile organizzazione cioè riuscire a collegare con realtà estere i mezzi e le persone che svolgono attività di impresa in Italia, dando il via al presupposto dell'obbligo dichiarativo. L'esempio è quello di un acquisto che si compie tutti i giorni, ad esempio su un ordine in Olanda. Se il bene arriva consegnato in Italia e in Italia non c'è quell'attività, non c'è una stabile organizzazione e non la si può attrarre e la stabile organizzazione è l'unico elemento che ha lo stato per tassare un soggetto non residente. Le cose potrebbero, però, cambiare con le regole introdotte con la legge di bilancio in tema di web tax. Ma le norme sono ancora in embrione, manca infatti tutta la parte attuativa, e solo alla prova dei fatti si vedranno gli effetti su residenti e non residenti.

Intanto a Milano il lavoro di squadra di Procura, Guardia di finanza e Agenzia delle entrate ha passato a setaccio i bilanci di Facebook ultima in ordine di tempo che ha chiuso un accertamento con adesione versando 97 mln di euro, Gruppo Mediolanum con 73 mln di euro e poi Amazon 100 mln e Google 300 mln e Apple 318 mln.

Nel caso di Google e Apple l'accertamento è stato la porta d'accesso per una riprogrammazione degli adempimenti fiscali attraverso la presentazione di ruling internazionali (oggi la procedura si chiama Apa).

Le sinergie messe in campo a Milano, e che proprio per i più ampi poteri di indagine conferiti alla Gdf potranno trovare spazio nel resto di Italia, fanno si che sul territorio lombardo si possano effettuare indagini in tema di fiscalità nei confronti di grandi soggetti economici del mondo del credito, della finanza e della web economy. Il risultato del lavoro di intelligence svolto è quello di imputare a valle i ricavi attribuendoli in Italia a soggetti sconosciuti in quanto non dichiarati al fisco italiano. Negli accertamenti dei colossi del web sono state firmate clausole di riservatezza per la non divulgazione di segreti industriali sugli elementi esaminati legati agli algoritmi e alle dinamiche peculiari che sono anche alla base del segreto di Google e co.

Anche le banche straniere potrebbero essere oggetto di indagine nel momento in cui queste ultime lavorano in Italia con figure manageriali che però non risultano nelle banche dati fiscali e che avranno evidenza proprio dopo la collaborazione sinergica dei tre cavalieri del fisco . Se la Procura indica, la Guardia di finanza investiga e l'Agenzia delle entrate accerta. Ma tra Gdf e Agenzia delle entrate esistono duplicazioni? Non sembrerebbe perché alla Guardia di finanza è attribuito un lavoro di analisi, indagine e messa a fuoco dell'irregolarità commessa e contestata, tocca poi all'Agenzia delle entrate tirare la linea e definire le somme di sanzioni e interessi.

Oggi il lavoro si è molto raffinato, si parla di esiti dopo anni di accertamento per ridurre quanto più possibile la contestazione in tribunale. Non è una questione semplicemente reputazionale se le contestazioni rivolte ai big del web in Italia siano state chiuse tutte in fase precontenziosa con accertamento con adesione e che sul fronte penale si siano chiuse o si chiudano tutte con patteggiamento. Secondo gli addetti ai lavori il motivo è da ricercare nelle ipotesi fatte alla fine delle indagini: tanto più vicine alla realtà sono le contestazioni da parte della Guardia di finanza che il lavoro dell'Agenzia è definire il quantum e messo di fronte all'evidenza il contribuente riconosce il dovuto.

Di fronte al rilievo se le contestazioni mosse a multinazionali che fatturano nel mondo miliardi siano congrue o solo noccioline chi lavora alle indagini sorride e osserva che ci sono delle leggi da applicare e che sulle norme in vigore si calcola il dovuto.

Fonte: Italia Oggi

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