Paolo Soro

Conciliazione vita-lavoro

Via libera alle agevolazioni per i datori di lavoro che attuano misure per la conciliazione vita lavoro. Il decreto interministeriale, che dovrà essere registrato dalla Corte dei Conti, riconosce sgravi contributivi ai datori di lavoro privati che prevedano, nei contratti collettivi aziendali, l’introduzione di istituti di conciliazione tra vita professionale e vita privata dei lavoratori.

Si sbloccano le agevolazioni per la conciliazione vita lavoro previste dal Jobs Act. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha annunciato che è stato firmato il decreto relativo agli sgravi contributivi per i datori di lavoro che introducono misure specifiche di conciliazione tra vita professionale e vita privata nei contratti collettivi aziendali.

Il provvedimento, che però dovrà essere registrato dalla Corte dei Conti, riconosce sgravi contributivi ai datori di lavoro privati che abbiano previsto, nei contratti collettivi aziendali, l’introduzione di istituti di conciliazione tra vita professionale e vita privata dei lavoratori.

Il decreto ministeriale prende le mosse dal decreto attuativo del Jobs Act ai sensi dell’articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014, n. 183 relativo alle misure sulla conciliazione vita lavoro, in vigore dal 25 giugno 2015. In particolare, è previsto dell’articolo 25 del decreto legislativo n. 80 del 2015 recante Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.

Tale norma, ha visto assegnate risorse con la legge n. 208 del 2015 - legge di Stabilità 2016, che all’articolo 1, comma 191, ha destinato risorse pari a 38,3 milioni di euro per l’anno 2016, 36,2 milioni per l’anno 2017 e a 35,6 milioni per l’anno 2018 del Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello, di cui all'articolo 1, comma 68, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2007, n. 247.

Quindi, per il biennio 2017-2018, come emerge anche dal comunicato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, saranno disponibili circa 110 milioni di euro.

Si tratta di un incentivo di estrema importanza perché rappresenta un ulteriore tassello nella direzione della valorizzazione della contrattazione di secondo livello, strumento di assoluto valore per sostenere il lavoro in tutti i suoi aspetti.

Ricordiamo, infatti, che progressivamente sono stati introdotti nella legislazione italiana diverse misure finalizzate ad incentivare l’utilizzo della contrattazione di secondo livello ed in particolare di quella aziendale quale luogo di condivisione delle scelte per sostenere la competitività delle imprese ma anche sostenere i lavoratori sia economicamente che sotto il profilo del benessere personale e familiare.

Questo ultimo provvedimento, infatti, arriva dopo gli interventi agevolativi sul welfare aziendale, sui premi di risultato e quello relativo all’ampliamento delle prerogative dei contratti aziendali e territoriali per la regolamentazione delle tipologie contrattuali e di aspetti del rapporto di lavoro previsti dal decreto legislativo n. 81 del 2015.

Tornando all’incentivo sulla conciliazione vita lavoro, il decreto recepisce le indicazioni contenute nelle linee guida elaborate da un'apposita Cabina di regia presieduta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei Dipartimenti per la famiglia, per le pari opportunità e della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'Economia e delle Finanze, prevista dal comma 3 del citato articolo 25 del D. Lgs. 80/2015.

L’agevolazione riguarderà esclusivamente l’introduzione delle suddette misure di conciliazione contenute in contratti collettivi aziendali sottoscritti nel periodo 1° gennaio 2017 – 31 agosto 2018. Si tratta infatti di una misura sperimentale.

Per i dettagli occorre attendere la pubblicazione del provvedimento, ma le misure di conciliazione vita e lavoro che potenzialmente possono far parte dei contratti collettivi aziendali sono quelle contenute nel decreto legislativo n. 80/2015 già vigente.

Fonte: IPSOA News

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