Paolo Soro

Criticità sul transfer pricing

I lavori BEPS e il transfer pricing in discussione al congresso IFA di Rio De Janeiro.

La firma dell’accordo multilaterale per l’implementazione delle azioni previste dai lavori Beps (Base erosion profit shifting, azioni contro l’elusione fiscale) sta creando ulteriori criticità applicative e lo scenario internazionale rischia di diventare ancora più complesso ed incerto di prima.

La politica (Ue in testa) e alcuni accademici stanno poi mettendo in dubbio il principio di libera concorrenza sul quale si basano le Guidelines Ocse in tema di transfer pricing per sostituirlo con il formulary apportionment.

Detto strumento prevede l’utilizzo di una formula semplicistica volta ad allocare in via semiautomatica il margine di profitto della transazione correlata tra i Paesi interessati.

Lo stato avanzamento dei lavori Beps e il futuro del transfer pricing sono stati i due argomenti principali oggetto di discussione durante le prime due giornate del 71° congresso organizzato a Rio da parte dell’International Fiscal Association (Ifa).

Come noto, i lavori Beps erano stati promossi nel 2012 dal G20 al fine di aggiornare le regole fiscali esistenti per contrastare il fenomeno di mancata tassazione dei profitti verificatasi in capo ai gruppi multinazionali operanti nel settore digitale.

Nell’ottobre 2015, l’Ocse aveva individuato i 15 piani di azione (Action plan) da implementare.

Oltre 71 Paesi hanno sottoscritto l’accordo multilaterale per la modifica contestuale dei trattati bilaterali contro le doppie imposizioni in ossequio ai piani di azione Beps.

Peraltro, la maggior parte di essi si sono riservati il diritto di implementare i trattati con alcune eccezioni che, allo stato dell’arte, rendono ancora più complessa l’analisi delle modalità grazie alle quali sarà possibile evitare i fenomeni di doppia imposizione nell’ambito di alcune transazioni internazionali.

Se questa situazione non sarà oggetto di ulteriore armonizzazione da parte dei singoli Paesi, vi è la concreta possibilità di un incremento degli accertamenti fiscali a livello internazionale e del ricorso a procedure amichevoli (Mutual Agreement Procedures) per evitare il fenomeno della doppia imposizione.

Fonte: Italia Oggi

comments powered by Disqus
terra 1
top