Paolo Soro

Caccia ai finti non-residenti

Parte SONORE, il software predisposto per scovare gli iscritti all’AIRE dal 2010, che sono in realtà rimasti fiscalmente residenti in Italia.

Si stringe la morsa del fisco sui capitali nascosti oltre confine e sulle false residenze estere. In arrivo apposite liste selettive di contribuenti che saranno sottoposti a controllo. Un giro di vite che rappresenta un nuovo assist alla procedura di voluntary disclosure.

Per la formazione degli elenchi i verificatori guarderanno a una serie di elementi che possono far sospettare l'occultamento di patrimoni non dichiarati in un'altra giurisdizione e/o la fittizietà dell'iscrizione all'Aire, cioè l'anagrafe dei residenti all'estero.

Sul primo fronte saranno utilizzate tutte le informazioni presenti nei database dell'amministrazione finanziaria, incluse quelle su conti e investimenti detenuti fuori dall'Italia che a partire da quest'anno affluiranno grazie allo scambio automatico con le tax authorities di altri paesi (sia a livello Ue, sia tramite Fatca per gli Stati Uniti sia tramite Common reporting standard Ocse su scala globale).

Sul secondo fronte, la banca dati del fisco sarà alimentata dai dati dei comuni, raccolti e poi inviati dal ministero dell'interno.

I criteri per la formazione delle liste selettive sono stati varati con un provvedimento firmato ieri dal direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, in attuazione di quanto previsto dal dl n. 193/2016.

Il cosiddetto «decreto fiscale», nel riaprire i termini per la collaborazione volontaria, ha infatti disposto che i dati dei richiedenti l'iscrizione all'Aire dovessero essere resi disponibili all'Agenzia entro i sei mesi successivi alla domanda.

A regime gli 007 del fisco estrarranno le informazioni sui soggetti Aire dall'Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), istituita presso il Viminale dal dlgs n. 82/2005. Tuttavia, in attesa che l'anagrafe unica entri in funzione in sostituzione delle tradizionali anagrafi comunali, a fornire i dati alle Entrate sarà il ministero dell'interno, secondo le modalità stabilite dagli accordi convenzionali di cooperazione informatica «che già assicurano l'accesso ai dati contenuti nell'Aire centrale e la trasmissione delle informazioni sui richiedenti l'iscrizione», spiega il provvedimento.

Come previsto dal nuovo comma 17-ter dell'articolo 83 del dl n. 112/2008 (inserito dal decreto fiscale collegato alla recente manovra), in fase di prima attuazione la «fotografia» degli espatriati sarà retroattiva. Saranno infatti comunicati i dati dei cittadini che si sono iscritti all'Aire a partire dal 1° gennaio 2010, qualora non trasmessi già in precedenza all'Agenzia. In questo modo i verificatori avranno modo di effettuare i controlli anche sulle annualità ancora accertabili, soprattutto laddove il contribuente non si sia autodenunciato tramite voluntary disclosure. I controlli saranno gestiti tramite l'applicativo informatico So.no.re..

Per la formazione degli elenchi dei soggetti «sospettati» di esterovestizione o di personale o di conti offshore l'Agenzia utilizzerà 13 tipologie di elementi.

Si tratta per lo più di voci già in uso nella prassi da diversi anni per contestare le false residenze, quali per esempio la titolarità di quote societarie o cariche sociali, la presenza di familiari in Italia o l'intestazione di utenze domestiche (si veda tabella in pagina).

La vera novità è però rappresentata dallo scambio automatico di informazioni, che a partire da quest'anno giungeranno annualmente dalle autorità fiscali estere in forza delle direttive europee e degli scambi internazionali.

Messi insieme tutti questi elementi, i controlli si concentreranno «prioritariamente nei confronti dei soggetti, richiedenti l'iscrizione all'Aire, che presentano significativi elementi segnaletici di una effettiva permanenza in Italia».

Tali indizi saranno valutati «singolarmente o in combinazione tra loro, in base alla relativa specifica rilevanza», precisa l'Agenzia.

Si ricorda che per effetto del Common reporting standard elaborato dall'Ocse lo scambio automatico inizierà nel 2017 tra 53 paesi «early adopters» (tra cui l'Italia) e dal 2018 con altre 47 giurisdizioni.

Fonte: Italia Oggi

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