Paolo Soro

Ciarlatani fiscali online

Escapologia fiscale, costituzione di trust salva patrimonio, di corbellerie, su Internet, ne vediamo ogni giorno. Non è leggendo un blog che si diventa improvvisamente esperti di una materia che richiede anni di studio e quotidiano aggiornamento. Diffidate da chi non è un Commercialista regolarmente iscritto e, quindi, non è soggetto ad alcun controllo professionale.

Di seguito, riprendiamo volentieri un articolo di “Italia Oggi” che dovrebbe servire da monito per i contribuenti più sprovveduti, i quali rischiano di subire dei danni irreparabili, pensando di risparmiare qualche euro, mentre invece, a conti fatti, risulta l’esatto contrario.

Basta digitare su Google «come pagare meno tasse» per essere travolti da una valanga di informazioni ammiccanti, da promesse di risparmi fiscali facili e senza alcun rischio, da decine di sedicenti esperti fiscali pronti a svelare trucchi semplicissimi «che il tuo commercialista non ti vuole rivelare», da decine e decine di video che ti cambiano la vita in pochi minuti.

C’è chi propone di costituire una società Ltd a Londra per risolvere tutti i problemi col fisco italiano; chi pretende di spiegarti, in nove mosse e con una prosa condita con vari errori ortografici, quello che fior di consulenti fiscali non hanno imparato in molti anni di professione, chi si è inventato una nuova disciplina, l’escapologia, cioè l’arte di liberarsi dalle catene del fisco.

Un mondo da videogame.

Nella maggior parte dei casi però, dopo aver letto un paio di pagine internet, ci si accorge che per approfondire l’argomento bisogna comperare il libro appena uscito, oppure partecipare al corso esclusivo: insomma, pagare.

Poi, ci sono i social network, dove gli esperti fiscali pullulano, almeno quanto gli allenatori di calcio nei bar, e anche qui ognuno ha la sua ricetta per risolvere il problema delle tasse.

Insomma la materia fiscale, che è diventata negli ultimi anni un tema sensibile per moltissime persone, sembra aver trovato in rete una nuova forma di vita.

Invece di pesantissimi articoli di cattedratici che cavillano sull’interpretazione di qualche combinato disposto, ecco le slide che pubblicizzano società di consulenza situate in qualche paradiso fiscale in grado di azzerare o quasi il carico tributario.

Oppure video di giovani rampanti che spiegano con un linguaggio e una mimica da attore consumato come ottenere una consulenza fiscale low-cost che ti cambia la vita.

Tutto facile, esclusivo, riservato, nuovo.

Ciarlatani, imbonitori, truffatori, venditori di fumo, turlupinatori moltiplicati dalle potenzialità della rete, in grado di abbindolare le persone (in questo caso, i contribuenti) più sprovvedute o chi non ce la fa più a tirare avanti l’azienda ed è in cerca di una soluzione che non esiste, oppure chi si sente più furbo degli altri.

C’è anche qualcuno di questi maghetti che, dimostrando una capacità di persuasione non inferiore a quella di Wanna Marchi, è riuscito ad ottenere un comparsata in prima serata tv, dove poter ammaliare il grande pubblico con idee banali ma seduttive: come i consigli poco ortodossi sulla deduzione dei costi aziendali, oppure i trucchi per far fatturare all’azienda gli acquisti di beni e servizi effettuati a scopo personale.

In rete non manca chi pretende di insegnare a depistare le verifiche della guardia di finanza o suggerisce di spostare la sede legale a Milano dove, essendoci molte società, ci sarebbe una più bassa probabilità di incappare in un controllo fiscale.

Sempre in auge, naturalmente, i paradisi fiscali dove spostare la residenza o la sede dell’azienda o far confluire parte dei guadagni.

E i trucchi per aggirare il fisco con il contante, le intestazioni fittizie di immobili, l’uso spregiudicato delle società fiduciarie.

È il dramma di internet: l’informazione cattiva caccia quella buona, perché è più allettante, facile, divertente, meno impegnativa e apparentemente più economica: l’utente medio spesso non ha la capacità di distinguere un consulente serio da chi fa l’eterno gioco del gatto e della volpe, fino a quando non ci si sbatte il muso.

Purtroppo però, in materia tributaria ci vogliono anni prima di dover affrontare le conseguenze degli errori commessi e questo ne aggrava le conseguenze.

I tempi del fisco sono molto lunghi, ma il momento del redde rationem arriva sempre (o quasi). E allora sono dolori.

Il consiglio è sempre lo stesso:

Attenzione! Nessuno regala nulla!

Rivolgetevi sempre e soltanto a dei Commercialisti, regolarmente iscritti all’Ordine Professionale. Solo così avrete la certezza offerta da chi:

-          Dopo avere superato un esame di Stato, ha il dovere dell’aggiornamento professionale continuo;

-          È obbligato a stipulare un’adeguata polizza assicurativa a copertura dei rischi originati ai clienti, nello svolgimento della propria attività;

-          Viene assoggettato al controllo del Consiglio di Disciplina dell’Ordine di appartenenza, il quale a sua volta deve rendere conto al Consiglio Nazionale.

Fonte: Italia Oggi

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