Necessaria la traduzione in lingua italiana per il contratto di lavoro e tutti gli altri documenti relativi ai lavoratori distaccati oltrefrontiera. Infatti, anche in presenza dei documenti ma in altra lingua, il fatto di non essere redatti in italiano fa scattare la sanzione da 500 a 3 mila per lavoratore interessato. Lo precisa, tra l'altro, l'ispettorato nazionale del lavoro nella circolare n. 1/2017, dettando gli indirizzi per l'attività di vigilanza in materia di distacco transnazionale a seguito delle nuove norme (in vigore dal 22 luglio 2016) del dlgs n. 136/2016.
Tre ipotesi di distacco. La nuova disciplina, spiega l'Inl, si applica nei confronti delle imprese stabilite in uno stato dell'Ue che, nell'ambito di una prestazione di servizi, distaccano in Italia uno o più lavoratori in favore di un'altra impresa, anche se dello stesso gruppo, o in favore di un'unità produttiva o di altro destinatario, a condizione che durante tutto il periodo di distacco continui a sussistere un rapporto di lavoro tra lavoratore distaccato e impresa distaccante. Praticamente, dunque, le nuove norme disciplinano tre ipotesi di distacco:
da parte di un'azienda con sede in un diverso stato dell'Ue presso una filiale in Italia;
da parte di un'azienda con sede in un diverso stato dell'Ue presso un'azienda italiana dello stesso gruppo (cd distacco infragruppo);
nell'ambito di un contratto di natura commerciale (appalto di opera o servizi, trasporto ecc.), stipulato con un committente (impresa o altro destinatario) avente sede legale o operativa in Italia.
Norme antielusive e sanzioni. Finalità della nuova disciplina è prevenire e contrastare fenomeni elusivi e abusi in materia di distacco transnazionale, ai cui fini introduce una serie di adempimenti che sono l'oggetto delle verifiche ispettive. In particolare, in capo al prestatore di servizi è previsto:
l'obbligo di effettuare la comunicazione di distacco del personale impiegato in Italia, con sanzione da 150 a 500 euro per lavoratore interessato. L'Inl precisa che l'obbligo deve ritenersi finalizzato all'esibizione agli organi di vigilanza di copia in lingua italiana della documentazione; pertanto la violazione è configurabile sia nel caso di mancata esibizione sia nell'ipotesi di consegna di documenti non tradotti in lingua italiana;
l'obbligo di conservare, predisponendone copia cartacea o elettronica in lingua italiana, la documentazione in materia di lavoro, i prospetti paga, i prospetti indicanti l'inizio, la fine e la durata dell'orario di lavoro giornaliero, la documentazione comprovante il pagamento delle retribuzioni o altro atto equivalente, nonché il certificato relativo alla legislazione di sicurezza sociale applicabile (modello A1) e la comunicazione/registrazione pubblica di instaurazione del rapporto di lavoro. L'obbligo sussiste per tutto il periodo del distacco e fino a due anni dalla sua cessazione; la sanzione prevista va da 500 a 3 mila euro per ogni lavoratore interessato;
l'obbligo di designare un referente elettivamente domiciliato in Italia, incaricato di esibire, inviare e ricevere documenti in nome e per conto dell'impresa distaccante, ivi compresa la formale notifica di atti alla società stessa da parte del personale di vigilanza; la sanzione va da 2 mila a 6 mila euro;
l'obbligo di designare una persona, anche coincidente con il referente, che agisca in qualità di rappresentante legale, al fine di mettere in contatto le parti sociali interessate con il prestatore di servizi per una eventuale negoziazione collettiva. La sanzione va da 2 mila a 6 mila euro.
Fonte: Italia Oggi