Un taglio drastico ai debiti accumulati da una famiglia verso alcune società finanziarie è stato dato dal tribunale di Monza.
Il nucleo familiare ha goduto di una sforbiciata pari a oltre due terzi del dovuto: il giudice ha ridotto il debito maturato da oltre 150 mila euro a 52 mila euro.
Praticamente il 65% in meno.
Il tribunale di Como ha invece cancellato del 74% i debiti che una imprenditrice lariana aveva verso il Fisco, passati da 1,4 mln di euro a 370 mila euro.
Tutto ciò è possibile perché la legge n. 3 del 27 gennaio 2012 sul sovra-indebitamento prevede la possibilità, per consumatori e piccoli imprenditori, di proporre una procedura attraverso cui ristrutturare i propri debiti (come detto, anche fiscali) ottenendo, qualora ricorrano determinate condizioni, la riduzione dell’importo dovuto in base alle proprie capacità economiche.
L’indebitamento della famiglia brianzola è stato causato dell’attivazione di carte revolving e dall’accensione di prestiti mediante cessione del quinto dello stipendio.
Per decisione giudiziaria, il dovuto sarà ora rimborsato utilizzando anche parte del Tfr accantonato presso il proprio datore di lavoro dal lavoratore del nucleo familiare.
Ovviamente, il tutto è stato possibile perché il magistrato monzese ha ritenuto che sussistessero i requisiti per omologare il Piano del consumatore presentato dalla famiglia in tribunale.
In sostanza, secondo il giudice, l’attuazione del piano rappresenta il massimo sforzo che, stante le attuali condizioni, i debitori possano compiere per uscire dalla crisi.
Fonte: Italia Oggi