Paolo Soro

Pochi fondi sui dispositivi di protezione in azienda

Quattro milioni di imprese interessate e fondi disponibili per una su dieci. Ad oggi ammonta a 100 milioni di euro «la potenza di fuoco», che Italia mette in campo per agevolare l’apertura delle imprese, che devono igienizzare gli ambienti.

Quattro milioni di imprese interessate e fondi disponibili per 40 mila (forse). Ad oggi ammonta a 100 milioni di euro «la potenza di fuoco», che l’Italia mette in campo per agevolare l'apertura delle imprese, che devono igienizzare gli ambienti. E dotare il personale degli indispensabili sistemi di protezione individuale (dpi) per ripartire e lavorare.

Le imprese interessate sono moltissime, ma i fondi sono pochissimi.

Ai 40 mila beneficiari si arriva calcolando in maniera ottimistica che le micro imprese battano sul tempo le grandi imprese nei bandi a sportello.

Sono due le opportunità a disposizione, ma i fondi in campo sono risicati:

- 50 milioni di euro, a valere sul bando introdotto dal decreto legge «Cura Italia» (n. 18/2020, convertito nella legge n. 27/2020), che concede il contributo del 100% a fondo perduto;

- a questi fondi si aggiungono altri 50 mln di euro, resi disponibili dal bando introdotto dal decreto legge liquidità (n. 23/2020). Quest'ultimo provvedimento è in fase di conversione in legge e il budget potrebbe salire fino 75 mln di euro, ma questo innalzamento non cambia di molto l'impatto effettivo dell'intervento sulle imprese.

Il contributo per «dispostivi individuali», introdotto dal decreto «Cura Italia», interessa tutte le imprese: da una parte il 100% a fondo perduto ingolosisce, dall'altra è ritenuto un giusto risarcimento per una spesa obbligata indispensabile per riavviare le imprese.

Il bando a «sportello», però, concede il contributo solo alle imprese più veloci ad inserire la domanda. Il 6 maggio scorso sono state diffuse le istruzioni operative; la grande corsa per accaparrarsi i pochi fondi disponibili scatterà lunedì prossimo, 11 maggio.

I dati da inserire sono pochi: alcuni dati identificativi e l'ammontare richiesto.

Le microimprese chiederanno in media 2.500 euro a testa. Questo calcolo tiene conto del fatto che le imprese sotto i 20 dipendenti hanno una media di 4 persone; a queste si aggiunge il titolare che è «un addetto» e viene quindi calcolato. Ogni addetto può avere al massimo un rimborso di 500 euro ed ecco che emerge la cifra che può essere richiesta.

Le grandi imprese, invece, arriveranno a chiedere anche 150 mila euro: numero già raggiungibile con «appena» 300 dipendenti. Ogni grande impresa, che farà domanda prima delle altre ridurrà di 60 unità il numero dei beneficiari.

Le spese ammissibili a contributo sono quelle relative a mascherine e altri dispositivi di protezione individuali.

Le imprese che restano fuori dal bando del «Cura Italia» avranno la possibilità di chiedere un credito d'imposta del 50% per sanificazione e acquisto di dispositivi di protezione individuale.

Lo strumento non è ancora entrato in operatività, poiché non è ancora stato pubblicato il decreto ministeriale, contenente le indicazioni di attuazione. Questa agevolazione prevede tra le spese ammissibili quelle per:

- la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro;

- l'acquisto di dispositivi di protezione individuale;

- altri dispositivi di sicurezza, atti a proteggere i lavoratori dall'esposizione accidentale ad agenti biologici e a garantire la distanza di sicurezza interpersonale.

L'incentivo, oltre che alle imprese, è aperto anche ai soggetti esercenti attività d'impresa, arte o professione.

Potranno essere agevolate anche le spese relative all'acquisto di dispositivi di protezione individuale quali, ad esempio, mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, guanti, visiere di protezione e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari.

Per questo regime agevolativo è ammesso anche l'acquisto e l'installazione di altri dispositivi di sicurezza atti a proteggere i lavoratori dall'esposizione accidentale ad agenti biologici o a garantire la distanza di sicurezza interpersonale; dispositivi quali, ad esempio, barriere e pannelli protettivi.

Il credito d'imposta sarà attribuito fino ad un massimo di 20 mila euro per ciascun beneficiario, importo che potrebbe salire a 35 mila euro e nella misura del 50% delle spese sostenute nel periodo d'imposta 2020.

Il credito d'imposta è attualmente provvisto di una dotazione finanziaria per 50 milioni di euro per l'anno 2020.

La modalità operativa, in questo caso, non è ancora definita, ma il tetto delle risorse fa presagire un altro bando a sportello, con nuova corsa da parte delle imprese, ma con la concreta possibilità di restare fuori.

Fonte: Italia Oggi

 

Fonte Immagine: Foto di Andrea Toxiri da Pixabay  

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