Le domande per richiedere il bonus coronavirus di 600 euro, previsto per i lavoratori autonomi e per altre categorie, hanno raggiunto a metà pomeriggio quota 1,66 milioni. Il dato è stato diffuso dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, all’indomani del boom di accessi al portale Inps che mercoledì 1° aprile ha messo in crisi il sistema informatico. E provocato lo stallo del portale lasciando migliaia di utenti nell’impossibilità di presentare la domanda on line, un problema tutt’altro che risolto, a giudicare da molte segnalazioni delle ultime ore. Secondo l’istituto di previdenza il caos informatico sarebbe stato causato da un attacco informatico.
Attacco informatico da 30 Gigabyte al secondo
«Mi scuso davvero delle disfunzioni, ma abbiamo dovuto mettere in piedi in 10 giorni una nuova procedura, stiamo facendo uno sforzo enorme», ha chiarito Tridico, confermando anche l'attacco hacker «molto violento» di ieri, dell’intensità di «30 gigabyte al secondo con pacchetti di 4 milioni» di accessi. Tridico ha segnalato che «all'Inps stiamo lavorando giorno e notte, le persone dormono lì e non fanno smart working ma smart housing, cioè vanno a casa solo per rifocillarsi». Quanto alla decisione di chiudere il sito ieri alle 12.30 «è stata presa in autonomia per mettere in sicurezza i dati e per prudenza».
«Il bonus andrà a tutti, sono previste 5 milioni di persone aventi diritto», ha rassicurato poi. In pratica «non c'è un ordine cronologico per l'accettazione delle domande di indennità per i lavoratori autonomi» e tutti gli aventi diritto al bonus di 600 euro lo avranno. «C'è un limite di spesa previsto dalla legge ma - ha concluso - laddove dovessero esaurirsi i fondi il Governo ha garantito che saranno rifinanziati». In una nota, l’Inps spiega che nel complesso sono presentate 1.996.670 domande per
4.448.630 beneficiari, comprese le domande di cassa integrazione, assegno ordinario, congedo parentale e bonus baby sitter.
Accessi contingentati ma i problemi restano
A partire da oggi l’accesso al sito avviene secondo nuovi orari contingentati, introdotti in fretta e furia per evitare nuovi disservizi: dalle 8.00 alle 16.oo accesso riservato a patronati e intermediari abilitati (commercialisti e consulenti del lavoro); dalle 16.00 alle 8.00 i privati cittadini. Ma nonostante il cambio di orario e il lavoro febbrile dei tecnici delle ultime ore, l’accesso al sito continua ad essere molto problematico. Questa mattina, molti consulenti del lavoro e commercialisti hanno lamentato problemi a presentare la domanda per conto dei propri clienti perché il sito è ancora privo dei “percorsi” per gli intermediari abilitati. Nel pomeriggio, decine di utenti hanno invece segnalato al “Sole24Ore” un nuovo stallo del sito: dall’accesso impossibile alla visibilità di dati personali di altri utenti.
Garante Privacy apre istruttoria
Sull’incredibile crash down del sito Inps, irraggiungibile per ore, e soprattutto il data breach - la falla informatica che ha reso visibili agli utenti migliaia di dati personali di altri assistiti - vuole veder chiaro il Garante della Privacy che ha avviato un'istruttoria sul caso. L’obiettivo è «effettuare opportune verifiche e valutare l'adeguatezza delle contromisure adottate dall'ente e gli interventi necessari a tutelare i diritti e le libertà degli interessati». L'Autorità sottolinea anche l'«assoluta necessità che chiunque sia venuto a conoscenza di dati personali altrui non li utilizzi ed eviti di comunicarli a terzi o diffonderli, ad esempio sui canali social».
Al momento non è stato invece ancora aperto un fascicolo in Procura a Roma in relazione al presunto hackeraggio al portale Inps avvenuto secondo i vertici dell’istituto in concomitanza dell’avvio delle operazioni per le richieste del bonus legate all’emergenza coronavirus. Prima di avviare formalmente una indagine, in base a quanto si apprende a Piazzale Clodio, i magistrati capitolini attendono una denuncia e una informativa degli investigatori su quanto accaduto.
Catalfo: sito Inps rimasto in piedi nonostante hacker
Il presidente dell’Inps «ha già spiegato che il sito ha subito diversi attacchi che si sono intensificati nella giornata di ieri e per questo è stato messo in sicurezza per alcune ore, alla riapertura le domande sono continuate ad arrivare. Stamattina all’una (di notte, ndr) le domande pervenute erano già 517.529 e contemporaneamente il sito, sino a mezzanotte, ha subito un ulteriore attacco molto importante ma è riuscito comunque a rimanere in piedi». Lo ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo.
Ipotesi attacchi informatici da dimostrare
Toccherà lavorare per accertare quanto accaduto il primo aprile. «L’ipotesi di hackeraggio è da dimostrare sta indagando la polizia postale», ha affermato Gugliemo Loy, presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps a 24Mattino su Radio 24. «Conoscendo l’attività dell’Istituto direi che c’è un problema in origine. L’istituto è stato nel tempo caricato e sovraccarico di funzioni. Il calcolo di queste settimane è che circa 10 milioni di persone si relazioneranno con l’Istituto. Il che vuol dire che una macchina che va a 120 km/h viene spinta a 160 km/h, ma il motore è sempre quello. E nel tempo la progressiva riduzione degli investimenti è rimasta, il personale è molto calato: se hai una macchina di media cilindrata che deve fare 2mila km al giorno, il motore va in tilt».
Il legislatore andava allertato
L’Istituto, ha continuato Loy, «ha la responsabilità di non aver allertato sufficientemente il legislatore delle problematiche a cui si andava incontro. Mettere il petto in fuori e dire faremo tutto senza responsabilizzare chi ti affida questa funzione è stato un errore. Il problema è in origine: il legislatore non può pensare di risolvere tutte le questioni di assistenza dello stato sociale individuando un unico soggetto che sviluppa relazioni con milioni di persone e con l’emergenza la cosa è esplosa».
Sito in gestione diretta
Il sito dell’Inps «è in gestione diretta però con un forte supporto di fornitori esterni, cioè grandi aziende che supportano l’attività informatica dell’istituto. Tra i 400 e i 430 milioni l’anno l’importo del costo generale dell’infrastruttura informatica», ha spiegato Loy.
Bonetti: «Ora tutto deve funzionare, poi valuteremo le responsabilità»
«Tutto deve funzionare al meglio e dove non funziona dobbiamo correggere il prima possibile. Oggi al presidente Tridico, alla struttura e al governo spetta dare una risposta al problema. Poi ci sarà un momento in cui risponderemo del nostro agire, perché se si esercita una responsabilità a nome del Paese arriverà un momento in cui renderemo conto delle cose. Oggi vanno risolti i problemi». Si è espressa così, a proposito del caos informatico che ha bloccato il sito Inps il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.
Ancora disservizi
Fino alle prime ore del 2 aprile, il sito Inps registrava malfunzionamenti dovuti al troppo alto numero di accessi. Impostando l’indirizzo della homepage appariva il messaggio di errore «impossibile raggiungere il sito». Oppure apparivano tre voci riconducibili al Decreto Cura Italia (Indennità 600 euro, Bonus baby sitting e Congedi Covid-19) ma cliccandoci sopra era di nuovo messaggio di errore.
Il caos dell’esordio
Qualcosa di diverso rispetto a quanto accaduto nella prima giornata di richiesta sussidi, quando ai malcapitati utenti poteva addirittura capitare di accedere al profilo riservato di altri utenti, alla faccia della privacy. Non è un caso se lo stesso Garante della privacy è intervenuto nella discussione nel pomeriggio di mercoledì. Il grave disservizio, secondo il presidente dell’Istituto di previdenza Pasquale Tridico, sarebbe dipeso da attacchi hacker.
Una lettura che lascia più di qualche dubbio.
Attualmente mancano evidenze specifiche. Gli attacchi hacker, comunemente, però non fanno in modo che singoli entrino nelle aree protette di altri utenti e vedano i dati sensibili. È l'hacker stesso, di solito, che prende possesso dei dati. Inoltre, un attacco hacker di questo livello (con l'attenzione che sta catalizzando questa notizia) solitamente viene rivendicato. Al momento, non c'è alcuna rivendicazione.
Ancora mail di protesta
In ogni caso numerose, anche nelle prime ore del 2 aprile, le segnalazioni di malfunzionamento da parte dei lettori del Sole 24 Ore. «Il sito non può fornire una connessione protetta», recita per esempio la schermata che si trova davanti la lettrice Annalisa Mombelli, libera professionista. Fino alla tarda serata del 1° aprile la lettrice Antonella Cristiano vedeva apparire le credenziali di un altro utente. «Ora i cittadini “ordinari” devono accedere la notte?», si chiede provocatoriamente Simona Cappetti. Il sito dell’Istituto «fa accedere alle credenziali e poi esce la scritta la connessione è stata reimpostata e amen», denuncia Claudio De Luca. Una schermata generica di «informazioni» quella che si trova davanti Rita Tanzi accedendo al portale Inps.
Fonte: Il Sole 24 Ore