Lunedì 2 dicembre l'ingorgo fiscale è servito. Tra poco più di una decina di giorni scadranno contemporaneamente i termini per l'invio delle dichiarazioni fiscali, delle liquidazioni periodiche del terzo trimestre, dell'esterometro del mese di ottobre e come se non bastasse, bisognerà anche procedere al versamento del secondo acconto delle imposte oltre al pagamento delle rate di rottamazione e saldo e stralcio. A regime la scadenza naturale di questa serie di adempimenti e pagamenti sarebbe il 30 novembre ma cadendo di sabato in questa annualità, il termine viene posticipato al 2 di dicembre.
Il dl n.34 del 2019 (cosiddetto decreto crescita) ha posticipato il termine per l'invio dei dichiarativi fiscali dal 30 settembre al 30 novembre. Modello Redditi persone fisiche, Società di persone e di capitali oltre al modello Irap dovranno quindi essere inviati entro il prossimo 2 dicembre, dopodiché si entrerà nella finestra della «tardività» con possibilità di inviare i modelli pagamento le relative sanzioni. Ovviamente la scadenza sopra citata interesserà unicamente i soggetti con anno d'imposta coincidente a quello solare mentre per gli altri l'invio scadrà l'undicesimo mese successivo a quello di conclusione del periodo d'imposta prescelto.
Alle porte anche l'invio delle liquidazioni periodiche Iva del terzo trimestre (per i mesi da agosto a settembre) e dell'esterometro del mese di ottobre. Ovviamente saranno soggetti all'invio delle Lipe il prossimo 2 dicembre sia i contribuenti con contabilità Iva mensile sia quelli in trimestrale mentre saranno esonerati dall'invio dell'esterometro «attivo» coloro che utilizzano la fatturazione elettronica e trasmettono le fatture verso clienti esteri anche allo Sdi.
Rivoluzionato e rimodulato dall'articolo 58 del decreto fiscale, sempre il primo lunedì di dicembre bisognerà procedere al pagamento del secondo acconto delle imposte dirette (Irpef, Ires ed Irap). Mai come quest'anno il calcolo è importante anche in vista della stretta sulle compensazioni prevista nel disegno di legge di Bilancio 2020 che di fatto impedirà compensazioni di eventuali crediti fino a maggio 2020. In poche parole chi sbaglia, effettuando versamenti in eccesso, rischia di pagare l'errore a caro prezzo avendo il credito bloccato per sei mesi.
Unica alternativa ad un calcolo previsionale (in alcuni casi molto complesso) è versare il minimo e poi rifugiarsi nel ravvedimento operoso una volta terminato l'anno e fatti con comodo i calcoli.
Anche la naturale scadenza delle rate di rottamazione e saldo e stralcio sarebbe stata il 30 novembre ma in questo caso il calcolo è più articolato e il termine ultimo per il versamento è addirittura posticipato al 9 dicembre 2019. Lo slittamento in questo caso è doppio. Cadendo il 30 novembre di sabato infatti il termine passa al 2 dicembre a cui però vanno sommati i cinque giorni di lieve ritardo nei versamenti concessi dalla norma e la scadenza diventa quindi il 7 dicembre. Che cade ancora una volta di sabato e dunque il primo giorno buono passa al 9 dicembre 2019.
Relativamente ai pagamenti bisognerà versare la seconda rata della rottamazione ter, la prima del saldo e stralcio e grazie alla riapertura della rottamazione ter stabilità dall'articolo 37 del decreto fiscale si potrà versare anche la prima rata (se saltata) del terzo atto della definizione agevolata rientrando in bonis.
Fonte: Italia Oggi
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