Paolo Soro

Libra sotto la spada di Damocle del riciclaggio

Dopo gli avvertimenti negativi della Bce, della Fed e dei governi del G7, ora ad allarmarsi per i pericoli legati alla cripotovaluta di Facebook sono il Gruppo d’azione finanziaria Internazionale (Gafi), la Commissione europea e perfino la Svizzera.

Libra sotto la spada di Damocle del riciclaggio. Dopo gli avvertimenti negativi della Banca Centrale europea, della Fed americana e dei governi del G7, ora ad allarmarsi per i pericoli legati alla cripotovaluta di Facebook sono il Gruppo d'azione finanziaria Internazionale (Gafi) - Financial action task force (Fatf) , la Commissione europea e perfino la Svizzera, che ospita la sede dell'associazione a cui è intestata l'iniziativa.

«Vogliamo fare in modo che nella presenza di rischi significativi, questi debbano essere affrontati», ha dichiarato Xiangmin Liu, il presidente della Financial action task force, l'organizzazione internazionale che si occupa della lotta al riciclaggio di denaro sporco. Liu, durante una conferenza a Londra alla Queen Mary University, ha sottolineato la diffusione esponenziale dell'uso illegale delle valute digitali: «L'anonimato offerto dai beni virtuali viene sfruttato dai veri criminali e queste attività sono destinate a crescere rapidamente, dato che le forze dell'ordine vedono solo la punta dell'iceberg».

E proprio ieri è intervenuto in merito anche il vice presidente della commissione europea Valdis Dombrovskis, durante l'Ecofin a Helsinki: «Stiamo portando avanti un'attenta valutazione delle stablecoin, compresa Libra, e il suo inserimento nel quadro normativo dell'Ue». Libra, annunciata lo scorso giugno da Facebook, è stata progettata come una stablecoin, cioè garantita da riserve di attività, come depositi bancari e titoli di stato, per evitare la volatilità che affliggono le valute cripto come Bitcoin o Ethereum. Ma già a inizio agosto la Commissione europea stava valutando «un potenziale comportamento anticoncorrenziale» relativo all'Associazione Libra in un questionario inviato agli operatori del settore. I funzionari hanno espresso preoccupazione di come Libra possa creare «possibili restrizioni della concorrenza» sulle informazioni che saranno scambiate e sull'uso dei dati dei consumatori.

L'Associazione Libra, incaricata a supervisionare la moneta di Facebook (di cui fanno parte Mastercard, PayPal, Visa, eBay, Spotify, Uber, Vodafone e altri) mercoledì ha presentato una richiesta all'Autorità di vigilanza sui mercati finanziari della Svizzera (Finma) per chiarire come la moneta sarà regolata secondo la normativa del paese. Tuttavia, l'autorità ha messo subito le mani avanti e ha dichiarato che sarà necessario sottoporre il progetto a requisiti supplementari, dall'allocazione della liquidità e del capitale di rischio alla gestione delle riserve.

Ma la Finma ha lasciato una parentesi aperta anche su altre questioni, come fiscalità, concorrenza e protezione dei dati, che esulano dalle sue competenze. E anche se la Finma dovesse dare il via libera al progetto, non è ancora chiaro se questo sarà sufficiente per le autorità degli altri paesi. Il G7 a luglio scorso ha avvertito che non avrebbe permesso a Libra di procedere fino a quando non saranno state affrontate tutte le questioni normative, problema che probabilmente dovrà prorogare la nascita del progetto (secondo Facebook previsto per il 2020).

In segno di allarme su come la Svizzera gestirà Libra, martedì scorso un alto funzionario del Tesoro americano si è recato nella capitale svizzera e ha sottolineato che se Libra vuole decollare dovrà soddisfare i più alti standard per combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Il sottosegretario americano al terrorismo e all'intelligence finanziaria Sigal Mandelker ha dichiarato in conferenza stampa che qualsiasi progetto di criptovaluta, compresa Libra, che opera negli Stati Uniti, dovrà chiaramente soddisfare gli standard statunitensi.

E il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire giovedì ha espresso parole dure sul progetto di Facebook: «Voglio essere assolutamente chiaro: in queste condizioni, non possiamo autorizzare lo sviluppo di Libra sul suolo europeo».

Rispondendo a un'interrogazione in commissione Trasporti alla Camera, lo scorso luglio, l'ex sottosegretario allo Sviluppo economico Andrea Cioffi (M5s) aveva fatto trapelare le poche posizioni del governo italiano su Libra: «Il Governo osserverà con attenzione», per poi aggiungere: «Posto che è inopportuno che una società privata introduca sul mercato strumenti o prodotti che possano minare la stabilità di uno stato nazionale, il ministero dello Sviluppo economico farà ogni tipo di valutazione in accordo con il ministero dell'economia e con le autorità di settore, anche in materia di antiriciclaggio».

Fonte: Italia Oggi

Fonte Immagine:Foto di MichaelWuensch da Pixabay 

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