Come si combattono processi e meccanismi che mirano a nascondere, ad oscurare, la provenienza illecita di capitali rendendoli all’apparenza legittimi? E ancora, come s’interrompe la rete, o le reti occulte, di finanziamento il cui unico obiettivo è investire nel terrorismo e in ciò che da tali fenomeni discende, in forma di destabilizzazione sociale, politica ed economica?
Proprio per condividere con le amministrazioni finanziarie dei Paesi-membri un know how rivisto e aggiornato rispetto all’anno d’esordio del primo manuale (il 2009), l’Ocse ha deciso di pubblicare un nuovo vademecum, più attento ai cambiamenti recenti, per rafforzare la capacità delle diverse autorità fiscali nel contrasto al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.
Per loro stessa natura, i reati fiscali sono sovente strettamente collegati ad altri crimini finanziari. Da questa evidenza deriva il riconoscimento che le autorità fiscali hanno oramai assunto un ruolo sempre più centrale nell'identificazione e nella segnalazione di flussi e di transazioni di capitali connesse ad attività di riciclaggio di denaro e/o al finanziamento del terrorismo internazionale. Naturalmente, un’azione di successo in tali ambiti necessità anche una forte cooperazione multilaterale. E’ infatti evidente come i vantaggi del reporting e della condivisione delle informazioni tra le autorità fiscali e le autorità antiriciclaggio coinvolte siano decisivi. Allo stesso tempo, è proprio sulle procedure di cooperazione e scambio di informazioni che spesso le amministrazioni coinvolte si trovano davanti a delle vere sfide tecnico-procedurali.
In sostanza, mettere in pratica l’invito alla cooperazione non è sempre facile. Per questa ragione, il nuovo manuale invita i vari dipartimenti che si occupano di accertamento e/o in via più specifica di antiriciclaggio, ad aumentare il livello di tale cooperazione.
I reati di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo possono essere commessi in connessione, ad esempio, dove i fondi forniti alle organizzazioni terroristiche sono capitali "riciclati". Tuttavia, sebbene le attività di riciclaggio e finanziamento del terrorismo possono condividere attributi e tipologie simili, esistono aspetti che li differenziano di cui tenere conto.
Per il riciclaggio di denaro, l'attenzione si concentra sulla fonte di finanziamento, mentre per il finanziamento del terrorismo è la destinazione dei fondi che ne determina la qualifica di reato. Pertanto, come spiega il nuovo manuale, mentre la segretezza e la mobilità sono attributi propri del riciclaggio di denaro, per il terrorismo di solito non si richiede una componente di "occultamento" o "giustificazione dell'integrazione" che porti alla fase in cui i fondi sono utilizzati .
Il manuale fornisce indicazioni puntuali per identificare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo durante lo svolgimento di normali controlli fiscali e, al contempo, illustra le risorse e gli strumenti disponibili per rendere efficaci il rilevamento e la deterrenza di tali fenomeni.
Questo manuale è stato elaborato e rivisto dall’Ocse per integrare non per sostituire le politiche e le procedure interne a ciascuno Stato. A tal fine, è concepito in modo che le amministrazioni fiscali possano adattarlo al loro contesto nazionale, tenendo conto dei diversi ruoli che vi rivestono in relazione alla segnalazione di transazioni insolite o sospette o in caso di ricevimento di tali segnalazioni e, più in generale, rispetto ai poteri effettivi di cui possono far uso investigando sui reati di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo.
I metodi tradizionali di riciclaggio di denaro si sono incentrati sull'uso di attività che galleggiano sul denaro e su flussi costanti di capitali e questa resta un'area di radicamento importante del fenomeno. Tuttavia, i criminali continueranno a cercare metodi innovativi in modo da sfruttare debolezze insite nei sistemi finanziari e cercare di tenere il passo degli stessi investigatori. A questa forma tradizionale appartengono i settori delle compravendite di immobili, l’erogazione di prestiti e il riciclaggio di denaro basato sul commercio, tutti ambiti che garantiscono ai criminali accesso immediato al denaro tramite prelievi effettuati in aree geografiche variegate. Inoltre, i conti bancari offshore di entità giuridiche straniere continuano ad essere utilizzati per rendere difficile il monitoraggio dei flussi di denaro illecito.
Transazioni eccessivamente complesse o strutture proprietarie opache, anche sequenziali o soggetti giuridici stratificati o trust in più giurisdizioni, compresi i centri finanziari, sono fenomeni attigui a quello del riciclaggio. Lo scopo di queste attività è quello di nascondere l'origine dei fondi e dei loro beneficiari effettivi. In questi meccanismi più strutturati assumono un ruolo anche i cosiddetti enabler, facilitatori e/o intermediari (ad esempio avvocati, commercialisti, fiduciari e fornitori, notai, agenti immobiliari, ecc.). Di solito, la partecipazione di questi soggetti alle attività di riciclaggio si interrompe una volta che le nuove entità giuridiche sono formate e i conti aperti. Alcuni abilitatori professionali, tuttavia, oltre ad istituire veicoli per il riciclaggio di denaro o per l'evasione fiscale hanno finito per gestire attivamente i fondi illeciti dei clienti, al punto da fornire assistenza a fini di riciclaggio di denaro come un ordinario servizio di consulenza.
Fonte: Fisco-Oggi