Paolo Soro

Imprese, più facile finire in default

Stop alle compensazioni tra linee creditizie per scansare il default in banca. Nuovi parametri per misurare e certificare le imprese inadempienti. E monitoraggio delle connessioni tra l’impresa inadempiente e le altre.

Stop alle compensazioni tra linee creditizie per scansare il default in banca.

Nuovi parametri per misurare e certificare le imprese inadempienti.

Monitoraggio delle connessioni tra l'impresa inadempiente e le altre.

Sono le novità contenute in un protocollo guida, siglato ieri tra l'Abi e le principali associazioni d'impresa: Alleanza Cooperative Italiane, Cia-Agricoltori italiani, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confimi Industria, Confindustria e Rete Imprese Italia.

Le banche potranno iniziare ad applicare le nuove regole da giugno e avranno tempo fino al 1° gennaio del 2021.

Oggi le imprese vengono classificate automaticamente in default dalla banca se accusano arretrati di pagamento «rilevanti» per oltre 90 giorni consecutivi sulle esposizioni in essere verso il proprio istituto di credito.

Ma che significa «rilevante»?

A definirlo sono le nuove regole Ue (regolamento n. 171 del 19/10/2017).

Le nuove regole Ue chiariscono che per «arretrato rilevante» si intende un ammontare superiore a 500 euro (relativo a uno o più finanziamenti) che rappresenti più dell'1% del totale delle esposizioni dell'impresa verso la banca.

Il tetto scende per le persone fisiche e le pmi indebitate verso la stessa banca per un ammontare complessivamente inferiore a 1 mln di euro: l'importo di 500 euro è ridotto a 100 euro.

L'impresa non potrà più impiegare margini ancora disponibili su sue linee di credito per compensare gli inadempimenti in essere e, così, evitare la classificazione in default.

Le nuove linee guida spiegano che «per le imprese è fondamentale conoscere le nuove regole e rispettare con puntualità le scadenze di pagamento previste contrattualmente, per non risultare in arretrato nel rimborso dei propri debiti verso le banche, anche per importi di modesta entità».

Questo per «evitare che la banca sia tenuta a classificare l'impresa in default» e, di conseguenza, procedere ad «avviare azioni a tutela dei propri crediti».

Va ricordato che «la classificazione dell'impresa in stato di default, anche in relazione ad un solo finanziamento, comporta il passaggio in default di tutte le sue esposizioni verso la banca».

Non solo; per un'impresa incappare nel default rischia di generare un effetto domino su altre imprese a lei collegate, esposte nei confronti del medesimo istituto.

Infatti, le banche dovranno censire tutte le connessioni per evitare effetti contagio.

Fonte: Italia Oggi

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