Paolo Soro

Risparmiometro anche per le società

Dopo la sperimentazione dell’incrocio dei dati finanziari e reddituali per le persone fisiche, per l’anno di imposta 2013, l’Agenzia delle entrate amplia il campo delle liste selettive anti evasione e guarda anche alle società.

Risparmiometro anche per le società. Dopo la sperimentazione dell'incrocio dei dati finanziari e reddituali per le persone fisiche, per l'anno di imposta 2013, l'Agenzia delle entrate amplia il campo delle liste selettive anti-evasione e guarda anche alle società. Sono queste le indicazioni che arrivano dal provvedimento dell'Agenzia delle entrate sull'«Analisi del rischio di evasione. Estensione all'anno 2014 della sperimentazione della procedura di selezione basata sull'utilizzo delle informazioni comunicate all'Archivio dei rapporti finanziari», su cui il Garante privacy ha dato il via libera.

Il risparmiometro, dunque, non solo è confermato ma anche ampliato. Nel 2018, infatti l'Agenzia delle entrate aveva inviato al Garante privacy il provvedimento per la stesura di liste selettive in chiave anti evasione. Le liste avrebbero preso in esame l'incrocio tra i dati dell'archivio rapporti (quindi elementi finanziari) e quelli reddituali ma circoscritto alle persone fisiche e relativamente all'anno di imposta 2013.

Il nuovo provvedimento dell'Agenzia estende all'anno 2014 la fase di sperimentazione delle procedure di selezione sulla base delle informazioni comunicate dagli operatori all'Archivio rapporti.

«Il modello», si legge nel documento, «verifica la coerenza, nell'anno di riferimento, delle disponibilità finanziarie dei contribuenti persone fisiche, titolari unici dei rapporti finanziari, oggetto di osservazione, risultanti dalle informazioni comunicate all'archivio dei rapporti finanziari, con le fonti di entrata e di uscita agli stessi riconducibili, quantificate sulla base degli elementi in possesso dell'amministrazione finanziaria».

Il segnale di allarme per il Fisco, continua il provvedimento, è rappresentato da una variazione, nell'anno di riferimento, delle disponibilità finanziarie, risultante dall'Archivio dei rapporti, non coerente con la somma algebrica dei redditi e delle spese come in possesso delle banche dati dell'Anagrafe tributaria.

L'attività, dunque, intrapresa lo scorso anno per l'anno di imposta 2013, continua anche per l'anno di imposta 2014 nei confronti, si legge in un passaggio del provvedimento, «di soggetti titolari e non titolari di partita Iva» che presentano gli elementi di incoerenza di cui sopra.

La dicitura soggetti titolari di partita Iva può intendere non solo le persone fisiche ma anche le società, ampliando in tal modo il bacino per la selezione dei contribuenti che saranno osservati dall'Agenzia delle entrate. L'elenco che sarà inviato alle direzioni regionali e provinciali dell'Agenzia conterrà la variazione delle disponibilità finanziarie e le informazioni aggregate sulla numerosità e sul totale dei saldi e dei movimenti.

Scambio dati con amministrazioni estere. Lettere di compliance sui redditi esteri per l'anno di imposta 2016. Il secondo provvedimento delle Entrate, esaminato dal Garante della privacy, Antonello Soro, ha ad oggetto la promozione dell'adempimento spontaneo nei confronti dei soggetti che non hanno dichiarato in tutto o in parte le attività finanziarie detenute all'estero nel 2016, come previsto dalla disciplina sul monitoraggio fiscale.

L'Agenzia sulla scia del fisco amico invia, in relazione alle attività detenute all'estero, per favorire l'emersione spontanea delle basi imponibili, una comunicazione a contribuenti sui quali siano emerse anomalie dichiarative per l'anno di imposta 2016. La fonte delle incongruenze è l'analisi dei dati ricevuti da parte delle amministrazioni fiscali estere nell'ambito dello scambio automatico di informazioni.

Una prima campagna di queste lettere è stata già conclusa e ha consentito all'Agenzia di recuperare un milione di euro.

Un primo test compiuto inviando circa 7 mila comunicazioni e che ha portato all'emersione di irregolarità per almeno 1.130 destinatari, con una dichiarazione integrativa e in 1.267 casi effettuando un versamento con il modello F24.

Nel provvedimento è specificato che questi dati sono trasferiti anche alla Guardia di finanza.

I dati scambiati sono quelli identificativi dei titolari di conto e nel caso in cui il titolare sia ente o società, i dati identificativi della persona o delle persone che esercitano il controllo.

Le informazioni riguardano poi il saldo o valore del conto, l'importo degli interessi, dividendi e altri redditi generati in relazione alle attività detenute nel conto, e gli introiti totali lordi derivanti dalla vendita o dal riscatto delle attività finanziarie.

Fonte: Italia Oggi

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