La pace fiscale potrebbe riguardare anche le cartelle esattoriali relative all'Iva. «Costerà» un po' di più probabilmente al contribuente, cioè il 30% del dovuto, ma la strada verso una sanatoria anche per l'imposta sui consumi non sarebbe del tutto tramontata nella maggioranza di governo, nonostante la contrarietà dell'Unione europea a dare il via libera a sanatorie che riguardino l'Iva, che è pur sempre un'imposta comunitaria. L'ipotesi di pace fiscale allo studio dei tecnici del governo prevederebbe un'escamotage che consentirebbe di aggirare le possibili critiche dell'Ue: fissare un'aliquota al 30%, all'interno della quale rientrerebbe sia il 22% dell'Iva da sanare, sia un 8% che andrebbe allo Stato a titolo di sanzioni e interessi. A illustrare una delle ipotesi allo studio dei tecnici di Mef e Agenzia delle entrate, è stato ieri, a Roma, Gianfranco Ferranti, ordinario alla Scuola nazionale dell'amministrazione e presidente del comitato scientifico della Fondazione Dino Agostini, intervenuto al 4° Meeting delle Professioni, organizzato a Roma dalla Fit, la Federazione italiana tributaristi, durante il quale si è fatto un punto sulle novità fiscali allo studio del governo. Soprattutto dopo la presentazione, pochi giorni fa, della Nota di variazione del Def, sui quali la Fit, la federazione che riunisce alcune delle associazioni storiche dei tributaristi, cioè Ancot, Anci e Ati, ha discusso con esperti e politici, tra i quali il presidente del Cnel, Tiziano Treu, il vicepresidente del senato, Maurizio Gasparri, il capogruppo in commissione finanze della camera, Raffaele Trano, e Andrea Mandelli, vicepresidente della commissione lavoro della camera e coordinatore delle professioni di Forza Italia. «Siamo d'accordo, bisogna cercare la pace fiscale, ma ben prima che scoppi la guerra tra amministrazione finanziaria e contribuente», ha detto Arvedo Marinelli, presidente della Federazione Italiana Tributaristi e dell'Ancot, «promuovendo e ampliando l'accesso alla mediazione pre-contenziosa». Tra le ipotesi fiscali in cantiere, legate a doppio filo alla flat tax al 15% (soglia di fatturato a 65 mila euro) e al 20% (per fatturati tra 65 e 100 mila euro), ma anche alla partenza, dal 1° gennaio 2019, della fatturazione elettronica, l'estensione del regime forfettario dei minimi a un sempre maggior numero di imprese. Allo studio anche un meccanismo di retroattività della flat tax al 15%, applicando la nuova aliquota sulla parte di maggior reddito che si sia percepita tra un anno e l'altro (ipotesi che potrebbe far riferimento al confronto tra i redditi 2017 e 2018, nel caso in cui si decidesse di applicare la misura già da quest'anno). La presidente della commissione finanze della camera, Carla Ruocco, che ha mandato un videointervento, ha invece ricordato come nel pacchetto semplificazioni, all'esame della sua commissione, ci siano misure per alleggerire il sistema sanzionatorio nei confronti delle imprese, nel primo anno di funzionamento della fatturazione elettronica.
Fonte: Italia Oggi