Paolo Soro

Forfettari, le cause ostative scattano da subito

Secondo quanto dichiarato ieri dal Sottosegretario all’Economia Maria Cecilia Guerra, le nuove cause ostative (re)introdotte dalla legge di bilancio 2020, entreranno in vigore immediatamente, con la decorrenza dal primo gennaio 2020, ed “in tempi brevissimi vi sarà anche un chiarimento ufficiale”.

Secondo quanto dichiarato dal Sottosegretario all'Economia Maria Cecilia Guerra, ieri, durante il convegno sulle novità fiscali organizzato dall'associazione nazionale commercialisti, a Roma, le nuove cause ostative (re)introdotte dalla legge di Bilancio 2020, entreranno in vigore immediatamente, con la decorrenza dal 1° gennaio 2020, e ha aggiunto la Guerra: «In tempi brevissimi vi sarà anche un chiarimento ufficiale».

Le cause ostative a cui fa riferimento il sottosegretario sono quelle reintrodotte dalla legge di Bilancio 2020 (legge 160/2019) ovvero il tetto massimo a 20 mila euro di spese sostenibili per la «forza lavoro» e soprattutto quella che prevede l'esclusione dal regime forfetario per i contribuenti che nell'anno precedente a quello di applicazione del forfait hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente eccedenti l'importo di 30 mila euro.

Come specificato da Maria Cecilia Guerra, in questo caso non ci si può appellare al comma 2 dell'articolo 3 dello Statuto dei Diritti del Contribuente perché non si tratta propriamente dell'introduzione di un nuovo adempimento fiscale e la situazione di fatto è la stessa che si creò nel 2016, quanto i medesimi paletti (abrogati poi con la legge di Bilancio 2019) vennero applicati immediatamente.

Dunque non c'è spazio per alcun tipo di interpretazione o salvacondotto, i contribuenti che nel 2019 hanno superato i tetti fissati dalle due cause ostative si considerano esclusi da regime forfetario dal 1° gennaio scorso.

Al convegno era presente anche Alberto Gusmeroli, Lega, vicepresidente della commissione finanze della Camera, secondo cui «non essere stati chiari sulla decorrenza delle cause ostative è una mancanza di rispetto nei confronti dei contribuenti» che, in caso di esclusione dal forfait, per passare ai regimi «ordinari» hanno bisogno di un tempo tecnico adeguato anche per organizzarsi dal punto di vista della fatturazione elettronica.

Secondo Marco Cuchel, presidente Anc, avrebbe creato meno scompiglio far decorrere l'applicazione delle cause ostative a partire dal 2021 e sebbene possa essere condivisibile sia la motivazione dell'introduzione dei due limiti, sia che la casistica non rientri propriamente nell'articolo 3 comma 2 dello Statuto dei Contribuenti, l'incertezza resta e resterà finché lo Statuto stesso non diverrà norma di rango costituzionale.

La decorrenza dei due paletti reintrodotti per il regime forfetario non è solo una questione tecnica ma nasconde in sé un problema ormai irrisolvibile, quello del gettito (atteso).

Il governo nella relazione tecnica allegata al disegno di legge di Bilancio 2020 ha previsto infatti che in diretta conseguenza della reintroduzione delle cause di esclusione suddette usciranno dal regime a forfait circa 340 mila contribuenti che passando alla più onerosa Irpef progressiva porteranno nelle casse dell'erario circa 600 milioni di euro.

Traslare l'applicazione dei due paletti dal 2020 al 2021 lascerebbe dunque un buco anche se, questo extragettito previsto, rischia di essere comunque totalmente teorico.

Nella relazione tecnica infatti non si tiene conto che gli ostracizzati dal forfait potrebbero scegliere di non proseguire l'attività chiudendo la partita Iva o, nel peggiore dei casi, generare una consistente sacca di evasione, problematica che l'abrogazione delle due cause ostative (ora rimesse in vigore) aveva con tutta probabilità concorso a ridurre.

Fonte: Italia Oggi

 

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